Torna dopo 10 anni a Pisa Gian Piero Ventura, per una sfida d’eccezione all’Arena Garibaldi. Queste le parole dell’ex allenatore del Pisa alla vigilia del match: “Personalmente ritorno in uno di quei posti dove ho lasciato il cuore e che a prescindere dall’aspetto calcistico mi lega l’aspetto umano e tante storiche amicizie”. I nerazzurri incontrano il loro passato. Non solo Ventura, ma anche Di Tacchio e Cerci, protagonisti di importanti annate sotto la torre pendente. Il Pisa arriva a questa sfida dopo la sconfitta nel derby con il Livorno e con 6 partite senza vittorie, nel peggior ruolino del campionato. Ai granata non va meglio, perché la Salernitana ha ottenuto solo un successo negli ultimi 5 incontri, per altro proprio contro il Livorno in trasferta. D’Angelo rivoluzione la formazione lasciando in panchina Aya per la prima volta in questa stagione, seguito da Masucci e Gucher. In campo Ingrosso dal primo minuto con Fabbro e un De Vitis davanti alla difesa e con la fascia da capitano. Ventura invece è in piena emergenza e deve rinunciare ai difensori Mantovani, Billong ed Heurtaux, il centrocampista Firenze, l’esterno Cicirelli e l’attaccante Giannetti, convocando solo 21 calciatori. Nel primo tempo i nerazzurri vanno subito in doppio vantaggio grazie alle reti di Di Quinzio su punizione e Fabbro con una conclusione dal limite. I nerazzurri dimostrano di giocare meglio degli ospiti dominando il gioco e offrendo le occasioni più pericolose. Nella ripresa succede pochissimo, ma nell’ultimo quarto d’ora prima Fabbro si divora il 3-0, poi Jallow segna quello del 2-1. Nonostante questo il Pisa porta a casa il risultato dopo l’assedio finale dei granata. Per la Salernitana la seconda sconfitta esterna consecutiva dopo quella di Venezia, la terza stagionale. Dopo i pari con Frosinone e Perugia i campani vivono una mini-crisi che dall’eventuale primo posto li portano stasera fuori dalla linea paly-off. E ovviamente le polemiche ora non mancano. Per qualcuno solo la fortuna fino ad ora ha mascherato le evidenti lacune di una squadra ancora una volta incompleta.