Il Dr. Capuano che ha ricoperto prima il ruolo di Responsabile del Modulo di Prevenzione cardiovascolare e poi quello di Direttore Unità Operativa Complessa di Cardiologia ed UTIC, presso l’Ospedale Amico “G. Fucito” di Mercato San Severino ogni giovedì tratterà temi di grande interesse sulle pagine di Salernonotizie onorata di ospitare le sue utili e preziose riflessioni
ECCO IL PRIMO INTERVENTO DEL DR. CAPUANO PER SALERNONOTIZIE
Mi è capitato spesso di ripensare alle cose che mi hanno emozionato.
Meditavo sulla baia del Naviglio ammirata dall’alto vari anni fa: il sole illuminava il bianco della pietra, che nelle prime ore pomeridiane diveniva accecante, il mare blu cobalto intenso e il naviglio da anni immobile nella sabbia.
Ci sono immagini che rimangono impresse nei neuroni della corteccia cerebrale: sono la fotografia della memoria, che il tempo non sbiadisce. Penso a Porto Kagio quando lo vidi per la prima volta, alla Moschea blu e alla vicina Santa Sofia, al Partenone osservato per ore dall’oblò del camper, sorseggiando Uzo e sputacchiando fumo… e a Positano, tremula all’orizzonte, mentre percorrevo il cammino degli Dei, e a Porto Kagio, quando lo raggiunsi per la seconda volta e la terza, penisola di Mani…
Oggi sono fermo davanti alla Gioconda, tra la folla, e la osservo. Non è tra i dipinti che preferisco, volo con la fantasia a Van Gogh e Vermeer, poi mi impongo di ritornare al presente, scruto il dipinto e mi soffermo sullo xantelasma (accumulo di grasso) sulla palpebra superiore sinistra di Monna Lisa, un chiaro segno di ipercolesterolemia.
Lascio nuovamente con la mente il dipinto e vado lontano… a quel giorno del 1994 in cui al congresso dell’American Heart Association furono presentati i dati di un grandissimo trial effettuato con simvastatina (una statina, classe di farmaci che riduce il colesterolo ematico) il cui uso ridusse in modo marcato gli eventi cardiovascolari rispetto ai pazienti che assunsero il placebo.
Conoscevamo il colesterolo come il più importante dei fattori di rischio, ma non avevamo armi terapeutiche per ridurlo in modo concreto. Quei dati aprirono nuovi orizzonti nella mente e nuove opportunità terapeutiche.
Da allora si sono succeduti numerosissimi altri trial che sono sempre andati nella stessa direzione… più si riduce il colesterolo più si riducono gli eventi cardiovascolari, in medicina raramente esiste una correlazione così forte tra effetto terapeutico e successo terapeutico e questo fino a valori di Colesterolo-LDL (colesterolo cattivo) vicini allo zero.
Eppure ancora oggi a un quarto di secolo di distanza questo concetto stenta a entrare definitivamente non solo nella cultura dei pazienti, ma anche di alcuni medici.
È diffusa la convinzione che protrarre il più possibile l’inizio di una terapia o usare prodotti naturali è meglio che usare farmaci. È un po’ come se a un paziente disidratato, che chiede di bere invece di dargli subito dell’acqua proviamo a distrarlo o a umidificargli le labbra con un panno imbevuto.
L’ipercolesterolemia va trattata il prima possibile e in modo efficace per raggiungere i target stabiliti dalle linee guida. Gli effetti collaterali (dolori muscolari compresi) non sono frequenti e quasi sempre reversibili.
Oggi i target consigliati per il colesterolo-LDL sono: [<] 130 mg/dl per i soggetti a basso rischio, [<] 100 mg/dl per i pazienti a medio rischio (Soggetti con diabete di tipo 1 con [<] 35 anni o con diabete di tipo 2 con [<] di 50 anni, con una durata del diabete [<]10 anni, senza altri fattori di rischio), 70 mg/dl in presenza di rischio alto (Soggetti con ipercolesterolemia familiare senza altri fattori di rischio.
Presenza di un altro fattore di rischio con valori molto elevati. Pazienti con diabete mellito, senza danno d’organo con una durata [>] 10 anni o con altri fattori di rischio. Insufficienza renale moderata) e [<] 55 mg/dl per i pazienti a rischio altissimo (Soggetti con pregressi eventi coronarici. Precedente ICTUS o TIA. Malattia aterosclerotica periferica. Diabete mellito con danno d’organo.
Presenza di tre fattori di rischio. Diabete di tipo 1 di lunga durata, [>] 20 anni. Severa insufficienza renale).
Non sono messaggi astratti come quelli rappresentati nel quadro “Il giardino magico” di Paul Klee che ora ho di fronte ma messaggi di studi ben condotti e di uomini esperti, da seguire per stare meglio e rischiare meno…
Mi allontano dal quadro di Klee, dalle mie fantasie lipidiche e vado alla ricerca della Nike di samotracia… alla ricerca di una nuova emozione… e di nuove riflessioni.
dr. Vincenzo Capuano