Da quasi dieci anni Dario Vassallo cerca la verità sull’omicidio di suo fratello Angelo. Un caso ancora avvolto dal mistero su cui Le Iene hanno riacceso i riflettori con una nuova inchiesta di Giulio Golia e Francesca di Stefano. “Secondo me siamo molto vicini alla verità – dice Vassallo a Repubblica -.
In questi ultimi giorni ho appreso, anche grazie alla trasmissione Le Iene, dettagli che non conoscevo. Continuo a pensare che la vera svolta debba essere cercata qui, ad Acciaroli, dove ci sono tre o quattro personaggi che presto avranno un nome e un cognome”.
Secondo la Procura di Salerno, il movente più accreditato sarebbe proprio la guerra che il sindaco Angelo Vassallo aveva dichiarato allo spaccio di droga, chiedendo anche un incontro con il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri. Quanto all’audizione da parte della commissione Antimafia: “Sotto quegli omissis ci sono i nomi di quelli che, a mio avviso, sono i responsabili dell’omicidio di mio fratello – afferma Dario -. E sono gli stessi nomi che avevo fatto nel 2018 in Procura”.
Resta il fatto che, a quasi dieci anni dall’omicidio, ancora nessun colpevole è stato assicurato alla giustizia. Attualmente l’unico indagato è l’ex sottufficiale Lazzaro Cioffi, sotto processo con l’accusa di complicità con il boss della droga del Parco Verde di Caivano. La speranza è che si arrivi presto a una svolta e alla verità definitiva su questa brutta vicenda.
Hanno fatto di più Le Iene in qualche mese che la magistratura in tanti anni!!!e ditemi che non è vero!!!
non è un segreto per nessuno che sei vuoi far carriera in ambito investigativo devi necessariamente scendere a compromessi con qlk1 dall’altra parte, qlk1 che ti fa le soffiate, che ti fa sequestrare chili di cocaina o armi ovviamente a danno del suo antagonista … e che devi poi ricambiare chiudendo più di 1 okkio sulle sue attività ….. il problema nasce quando un ficcanaso scopre chi fa il doppio gioco e minaccia di rivelarlo: spesso, confidenzialmente, si rivolge però alla persona sbagliata!!!!!!!
Questa storia fà capire che in Italia c’è del marcio in ogni istituzione.La domanda nasce spontanea: Di chi ci si può fidare? Conviene rivolgersi alle forze dell’ordine se si è testimoni di un delitto?