In controtendenza con il traffico container, nel porto partenopeo sono state movimentate 3,6 milioni di tonnellate di rotabili, quasi la metà di quelle di Salerno, con una perdita dell’1,97%.
«La crescita del segmento ro-ro nel porto di Salerno testimonia che il futuro del pianeta è sempre più legato a modalità di trasporto intermodali, che garantiscono sostenibilità ed efficienza – evidenzia Domenico De Rosa, amministratore delegato del Gruppo Smet – Noi siamo stati pionieri del green a livello europeo: da tempo abbiamo infatti scelto l’intermodalità operando in partnership con il Gruppo Grimaldi e contribuendo in questo modo allo sviluppo del nostro porto».
Come si spiega questo boom?
«Il porto di Salerno ha una posizione strategica rispetto a tutto il sud Italia. E, inoltre, ha una consolidata leadership. Il dragaggio dei fondali, altresì, permetterà di potenziare ancora i servizi in quanto lo scalo salernitano potrà accogliere le navi di ultima generazione, che sono sempre più grandi, capaci di generare economia di scala trasportando un maggior numero di veicoli».
Sono previsti, nel scalo salernitano, nuovi investimenti per le autostrade del mare?
«Certamente, a partire dalle piattaforme logistiche di supporto. E questo produrrà dei riflessi occupazionali importanti e delle grandi opportunità per le imprese manifatturiere e distributive di tutto il Mezzogiorno».
Il porto di Salerno può mantenere sempre la sua caratteristica di multi prodotto?
«Ho avuto modo d’incontrare il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, ed ho apprezzato la sua qualità e fattività. Ho parlato con lui sul tema dei dragaggi e su quanta fatica l’Autorità stia facendo per portare a termine quest’opera fondamentale.
Ritengo che nel porto di Salerno ci sia la possibilità di operare sia sui rotabili, sia sui contenitori che sulle merci varie, che sono le tre attività prevalenti del porto. Auspicabile che ci sia una razionalizzazione funzionale degli spazi e una metodologia che consenta la massima sicurezza sul lavoro e la massima produttività delle aree».
Come mai il porto di Salerno, per il traffico ro-ro, ha quasi doppiato, come tonnellaggio di rotabili, quello di Napoli?
«Perché su Salerno ci sono gli operatori più importanti. L’attrattiva deriva dal combinato grande e forte armatore, che ha messo la base a Salerno e dai gruppi più significativi della logistica che sono salernitani».
Per il network di Autostrade del Mare, Salerno è uno scalo sempre più strategico, che offre collegamenti marittimi regolari per il trasporto di merce rotabile verso la Penisola Iberica, la Sicilia, la Sardegna, Genova e il nord Africa.
«Ritengo che i margini di crescita siano ancora ampi: mi riferisco in particolare agli interventi di dragaggio che attendiamo fiduciosi e che saranno un ulteriore impulso al trasporto intermodale, poiché consentiranno al Gruppo di Grimaldi di posizionare proprio a Salerno le nuove navi da 500 trailer».
Qual è il futuro della logistica?
«Sarà in chiave green e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico. Saranno premiate le aziende che avranno ridotto l’impatto ambientale e preferito le attività intermodali al tutto strada».