I ragazzi, che già da tempo hanno “abbandonato” la plastica nella loro scuola, sono stati in spiaggia e hanno toccato con mano gli effetti dell’abuso nel consumo di plastica. Hanno raccolto i rifiuti, imparando a riconoscerli e distinguerli tra loro, iniziando un percorso che li porterà ad acquisire una maggiore consapevolezza del problema e dei risvolti positivi che si avrebbero, adottando comportamenti virtuosi.
Questo investimento nelle nuove generazioni sia educativo che formativo è un piccolo segnale di speranza per una cittadinanza consapevole e partecipata, attiva, ma soprattutto rispettosa del territorio , della risorsa “mare” della quale abbiamo necessario bisogno.
I bambini e i ragazzi della “Scuola del Mediterraneo” saranno coinvolti in altre iniziative con l’Associazione Marevivo e con Legambiente , finalizzate al rispetto e alla salvaguardia del territorio.
Una scuola sul mare non poteva restare indifferente al contesto ambientale , all’emergenza e al bisogno di tutela che il mare grida sulle nostre coste.
La lezione di oggi è stata sicuramente molto istruttiva fuori aula, come spesso avviene in una scuola, dove l’attivismo pedagogico è una realtà e non solo una teoria .
La “Scuola del Mediterraneo” sta attuando una sperimentazione che coniughi pratica didattica e processi formativi in un dialogo continuo, rispettoso dei tempi di ogni bambino e dei suoi bisogni, nella condivisione di scelte etiche nel rapporto con la natura e con l’ambiente circostante.
I veri protagonisti sono proprio i bambini e le loro famiglie, spesso coinvolte nelle attività programmate con i docenti. Una scuola molto attiva che ha scelto di realizzare anche un orto e un giardino per le attività didattiche e recuperare un rapporto con la natura , spesso dimenticato.