E’ quello che ha affermato il meteorologo Claudio Cassardo all’Agenzia Giornalistica AGI: “In queste ore, il ciclone denominato Detlef dall’università di Berlino si sta iniziando ad approfondire ed il minimo di bassa pressione sta per transitare sulla Sicilia orientale da sud verso nord per poi posizionarsi, dal pomeriggio, sul Mar Tirreno tra la Sardegna e la Campania. Sarà quello il momento in cui potrebbe svilupparsi la trasformazione in ciclone similtropicale (TLC)”. Lo scrive Il Giornale.it in un articolo a firma di Alessandro Ferro
In meteorologia, la parola ‘Medicane’ trae origine dalla fusione dei termini inglesi MEDIterranean hurriCANE ed indica un sistema di bassa pressione caratterizzato da un nucleo caldo (proprio come gli uragani) al centro, il famoso “occhio” all’interno del quale c’è una zona priva di nubi attorno alla quale ruotano temporali e forti venti a rotazione ciclonica, dunque nel nostro emisfero in senso antiorario.
“In caso si trasformasse in un Medicane – dice Cassardo – preferirei denominare questa seconda depressione Detlef 2 in continuità con quella che abbiamo osservato ieri sul Mar di Sardegna perchè appartengono a due minimi diversi anche se facenti parte della stessa saccatura. Il momento più critico sarà “tra il tardo pomeriggio e la notte, prima dell’impatto sulla costa Tirrenica, previsto in Campania da quasi tutti i modelli che ho consultato.”
A causa di questi aggiornamenti meteorologici, la Protezione Civile della Regione Campania ha prorogato fino alle 18 di domani, mercoledì 13 novembre, l’avviso di allerta meteo su tutto il territorio per vento forte, mare agitato e temporali.
Per seguirne l’evoluzione, anche ai non esperti, abbiamo le immagini dei satelliti meteorologici che, ogni 15 minuti, inviano le immagini di quello che ‘vedono’ dai 36000 km di altezza in cui si trovano.
La formazione di un Medicane, sebbene sul Mar Mediterraneo sia abbastanza rara, trova le condizioni più favorevoli nei mesi autunnali, da settembre a dicembre, a causa delle ancora calde acque superficiali in contrasto con le prime discese di aria fredda provenienti dal nord Europa. Nonostante possa essere molto potente e creare numerosi danni sulle zone che incontra durante il suo passaggio, la sua estensione rimane sempre limitata e non paragonabile ai potenti uragani che imperversano sull’Ocenao Atlantico o ai tifoni del Pacifico.
Fonte IlGiornale.it