Un’ulteriore conferma, dunque: nel Nord Italia si vive meglio che al centro e al Sud. Un gap che si conferma praticamente in tutti diversi ambiti presi in esame nella classifica annuale di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione.
I dati dimostrano che nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni. Nel 2015, infatti, le province in cui si vive bene erano 53 su 110, nel 2016 e 2017 erano diventate 56 su 110, nel 2018 avevano raggiunto quota 59 su 110.
Le prime dieci province appartengono, ancora una volta, al Nord-est o al Nord-ovest: dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano, che scende dal primo al decimo posto rispetto al 2018.
Per incontrare le prime province del Sud bisogna arrivare al 69° e al 70° posto, dove compaiono le lucane Potenza e Matera. Nel Mezzogiorno e nelle Isole, il buon vivere è ancora un miraggio: in 35 province su 38 la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente. Il che significa, in termini di popolazione, che il 44% degli italiani vive con una qualità di vita insoddisfacente. Al contrario, nel Nordest, in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente.
In Campania a primeggiare è Benevento che si colloca al 75esimo posto con un notevole balzo in avanti rispetto allo scorso anno quando si era attestata al 91° posto, segue Avellino che è 83esima, anche per il capoluogo irpino un miglioramento rispetto allo scorso anno in cui era risultata 105esima, piccolo miglioramento per Salerno che sale di quattro posizioni (85esima) rispetto allo scorso anno (89esima). Fanalino di coda è Napoli che si colloca al 105esimo posto, terzultimo in Italia.