Il concetto viene espresso da Antonello Pasini, fisico del clima del Consiglio nazionale delle ricerche.
In un’intervista al Messaggero, Pasini conferma che l’autunno è una stagione piovosa “ma stiamo assistendo ai primi segnali di ciò che i nostri modelli indicano per il futuro. Ovvero un’intensificazione dei fenomeni meteorologici”.
Il professore spiega che il record di acqua alta a Venezia è dovuto a vari fattori. In primo luogo bisogna considerare l’abbassamento della terra e l’innalzamento del livello del mare, che si è attestato intorno ai dieci centimetri negli ultimi cinquant’anni.
In secondo luogo, il fisico afferma che ci sono i venti di scirocco che soffiano lungo il mare Adriatico. Questi venti indirizzano l’acqua da sud verso il golfo di Trieste e di Venezia. Pasini sottolinea che “tali afflussi sciroccali sono più numerosi perché sono aumentate le circolazioni dal sud, basti considerare la frequenza in estate degli anticicloni africani, e si è espansa la circolazione equatoriale e tropicale verso nord. Ciò – prosegue – è dovuto al fatto che è salita la temperatura del pianeta per colpa dell’uomo”.
Il climatologo precisa che novembre è un mese più piovoso di altri e così è stato anche in passato. In questo periodo è invece aumentata l’energia della pioggia perché ne arriva molta in poco tempo oppure per un intervallo di tempo più lungo.
Casini spiega che i fenomeni attuali sono dovuti anche al fatto che il nostro Paese è circondato da mari sempre più caldi e soffre di una maggiore forza nell’atmosfera. E aggiunge che l’atmosfera “non è dotata di libero arbitrio, bensì segue le leggi della termodinamica e scarica con impeto il surplus di energia con precipitazioni violente e venti forti”.
Pasini si fa portavoce degli scienziati e afferma che il mondo scientifico è preoccupato. Nonostante gli studiosi abbiano scritto vari rapporti a livello internazionale su questi temi, le persone e i politici sono poco o per nulla interessati alla materia. Secondo il fisico, questo comportamento potrebbe essere associato a interessi economici ma anche a visioni del mondo “che non vogliono accettare l’evidenza che le azioni umane possano perturbare il corso della natura”.
Fonte IlGiornale.it