Il sasso spaziale, che ha un diametro stimato di 130 metri, si chiama 2009 JF1 (nome legato all’anno di scoperta) e fa parte dei cosiddetti NEO, acronimo di Near Earth Object, ovvero “oggetto vicino alla Terra”.
Rientrano in questa categoria tutti gli asteroidi, le comete, i meteoroidi e persino le sonde che intersecano l’orbita del nostro pianeta e hanno un perielio – la minima distanza dal Sole – di 1,3 Unità Astronomiche, ovvero poco meno di 200 milioni di chilometri (una Unità Astronomica è pari a circa 150 milioni id chilometri, la distanza che separa la Terra dal Sole).
A determinare le probabilità di impatto dell’asteroide 2009 JF1 sono state la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea, che lo stanno monitorando attraverso specifici programmi. Per l’ESA la distanza minima possibile che potrebbe raggiungere a maggio del 2022 è pari a 0.0000172 Unità Astronomiche, appena 2.500 chilometri.
Ciò significa che l’influenza gravitazionale di un altro oggetto celeste (compresa l’attrazione della Terra) potrebbe davvero spingerlo sullo stretto corridoio in grado di farlo schiantare con la superficie del nostro pianeta. Come indicato, le probabilità sono molto poche (0,026 percento) ma non trascurabili.
Anche per il programma Sentry della NASA l’oggetto potrebbe colpire la Terra nel 2022, ma curiosamente, nello schema dedicato all’asteroide del Jet Propulsion Laboratory della NASA (che ha contribuito alla sua scoperta) il sorvolo del 2022 non è inserito tra i cosiddetti “close approach”, ovvero tra i passaggi ravvicinati. Probabilmente è un problema di aggiornamento dei database.
Come indicato, 2009 JF1 è un NEO, e non rientra nella categoria degli Oggetti Potenzialmente Pericolosi (PHO – PHA, Potentially Hazardous Object/asteroid) per una ventina di metri. In questa classe di oggetti, infatti, vengono inseriti tutti quelli con un diametro superiore ai 150 metri e con un’orbita in grado di intersecare quella della Terra.
Ciò, tuttavia, non significa che 2009 JF1 non sia a tutti gli effetti potenzialmente pericoloso. Tutt’altro. Un oggetto di 130 metri, infatti, supererebbe senza problemi l’atmosfera terrestre e all’impatto sarebbe in grado di sprigionare un’energia di 230 chilotoni, pari alla detonazione di 230mila tonnellate di tritolo.
Ciò significa una quindicina di volte più potente della bomba atomica “Little Boy” che il 6 agosto del 1945 fu lanciata sulla città di Hiroshima, uccidendo almeno 70mila persone all’istante. Un asteroide di quel tipo sarebbe in grado di radere completamente al suolo una grande città, o generare un mostruoso tsunami nel caso in cui dovesse cadere in mare.
Fortunatamente le probabilità di impatto sono poche, ma gli scienziati continuano a monitorarlo con grande attenzione. Nel frattempo si studia un metodo per deviare asteroidi pericolosi, ad esempio in seno alla missione DART.
Fonte scienze.fanpage.it
Commenta