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Reddito di cittadinanza ad Annamaria Franzoni, l’Avvocato chiarisce

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Paola Savio, storica avvocato di Annamaria Franzoni spiega che il reddito di cittadinanza «non è mai stato negato alla sua assistita per il semplice fatto che non è mai stato chiesto». Di conseguenza la Franzoni, libera dallo scorso febbraio dopo aver scontato una condanna definitiva per l’omicidio del figlio Samuele, avvenuto a Cogne nel 2002, non ha fatto alcun ricorso. La notizia della richiesta del reddito di cittadinanza è stata diffusa dall’Agenzia Dire secondo la quale un’agenzia legale si sarebbe mossa per il ricorso.

La Franzoni è stata condannata a 16 anni di cui ne ha scontati meno di 11 grazie ai tre anni di indulto e ai giorni di liberazione anticipata concessi.

Detrazioni queste «previste dalla legge, ma che per errore non sono state applicate», facendo così risultare il reddito della famiglia «superiore ai 9.360 euro annui che rappresentano il limite massimo per ottenere il reddito di cittadinanza».

Per questo, spiega Urgesi, i 950 euro «avrebbero dovuto essere moltiplicati per cinque», dato che nello stato di famiglia di Stefano Lorenzi, marito di Franzoni e proprietario, assieme a lei, di una villetta a Monteacuto Vallese, in provincia di Bologna, compaiono «la stessa Franzoni, che non lavora e quindi non percepisce alcun reddito e compare nello stato di famiglia del marito, i suoi genitori e il fratello, che convivono con lei, e il figlio più piccolo».

Fonte IlMessaggero.it

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