Abbiamo atteso la formazione del team che se ne dovesse occupare, ma siamo stati rassicurati che i tempi erano dovuti solo allo studio del territorio e alla difficoltà di ricostruire il dato che mancava.
Abbiamo compreso il ritardo perché lo studio sui quantitativi prevedeva uno sforzo importante e un impiego di competenze da non sottovalutare.
Nella relazione che la Provincia ci invia, non ci sono novità, sono tutte cose che già sapevamo e a cui la Regione aveva dato un’indicazione per superarle.
Il criterio localizzativo “fattore di pressione” va inserito nel piano regionale dei rifiuti visto che il Codice dell’Ambiente stabilisce che la Regione definisce i criteri e la Provincia definisce le aree idonee e non idonee di fatto. Per abbreviare i tempi si era stabilito che la Provincia poteva dichiarare le aree non idonee con un criterio che fa riferimento alla concentrazione o saturazione o pressione che dir si voglia. Purtroppo la Provincia non ritiene di poterlo fare, ci comunica che può indicare solo le aree idonee ma non quelle “non idonee” ricordando ulteriori cose che già sapevamo: gli impianti di rifiuti vanno nelle zone industriali, vengono messi dove ci sono già altri impianti. Purtroppo la Provincia non ci dice nulla sulle quantità autorizzate con l’art.208 né soprattutto chiarisce cosa fare sul problema che tali autorizzazioni vanno in deroga al piano regolatore. Non estrae nessun dato sulla quantità, divide la superficie del territorio per il numero degli impianti (ci informano che Battipaglia ha un impianto ogni 2 mila abitanti) e rinvia le responsabilità ad altri Enti.
Ripetiamo per l’ennesima volta che non siamo disposti ad accettare un solo grammo in più di immondizia, né a prestare soluzioni all’emergenza. Ho dato disposizioni di fare controlli a tappeto.
E’ ora che anche Bonavitacola faccia sentire la sua contrarietà ad uno studio che di fatto beffeggia il lavoro di mesi, oltre che le normali regole dei rapporti istituzionali.
La città di Battipaglia è profondamente offesa e risentita. Lo studio condotto dalla Provincia analizza i quantitativi autorizzati con l’art. 216 tenendo di fatto e forse volutamente fuori gli impianti di rifiuti autorizzati con l’art.208.
Il coinvolgimento chiesto alla Provincia e alla Regione serviva di fatto per arginare gli impianti che con la 208 la Regione può in deroga allo strumento urbanistico porre sempre sul nostro territorio, per questo il coinvolgimento degli Enti era necessario a porre un freno, la Provincia di fatto se ne lava le mani, noi non ci fermiamo andiamo in consiglio e daremo luogo alla variante.
Entro il 20 dicembre 2019, visto che la Provincia rimanda a varianti alle NTA, porteremo una variante sulla zona industriale per difendere il nostro territorio. Non si risolve il problema dell’art.208 che va in deroga ma di sicuro è un primo deterrente. Un atto di pianificazione territoriale a difesa del territorio in un percorso che già avevamo indicato nei mesi scorsi anche in consiglio comunale. Ci aspettiamo quindi che la Provincia ci dia parere favorevole in tempi rapidi.
Bene, l’amministrazione guidata da me dice definitivamente basta a questo comportamento da scaricabarile, la nostra intuizione sul criterio localizzativo è corretta ce lo riconosce il Ministro ai tavoli e la Regione alla conferenza di servizi, quindi, non intendiamo attendere oltre ed entro il 20 dicembre andremo in consiglio comunale per la variazione delle norme tecniche attuative cambiando le regole di dettaglio dell’agglomerato e tenendo fuori le aziende di rifiuti. Certo non risolutivo visto che il 208 va in deroga ma un passo necessario, un deterrente per tenere lontano nuove richieste.
C’è di fatto che i rapporti istituzionali non sono stati corretti e non accetteremo un grammo in più di rifiuti e meno ancora di avere richieste di proroghe per quello stoccati all’interno dello Stir.
Avevamo chiesto un provvedimento che di fatto tirasse fuori Battipaglia dalla situazione di saturazione, la Provincia ha perso tempo e ha risposto in maniera insoddisfacente impiegando un tempo spropositato su cose che erano a conoscenza di tutti.
Il nostro primo atto sarà quello di andare in consiglio e poi andremo in Regione a chiedere che venga rivendicato quanto detto negli incontri avuti”.
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