“Una patologia rara che si è sviluppata durante la seconda parte della gravidanza, ha spiegato l professor Gianluigi Pilu, direttore della clinica ostetrica. Protagonisti di questa storia a lieto fine sono una donna immigrata e il suo bimbo. La massa tumorale era molto voluminosa e quindi i medici hanno deciso di praticare un parto cesareo. Ma prima di staccare il cordone ombelicale hanno compiuto il miracoloso intervento.
“Siamo ricorsi al cosiddetto parto exit (ex utero intrapartum therapy, ndr) ossia a un trattamento del feto durante il parto che viene eseguita solo nei centri ad alta specializzazione come il nostro”, ha detto il dottor Fabio Caramelli, direttore dell’anestesiologia e rianimazione pediatrica del Sant’Orsola.
“Al bambino, appena estratto dall’utero, non è stato tagliato il cordone ombelicale, in modo che continuasse a respirare come se fosse ancora nella pancia della mamma, mentre noi anestesisti, con il video laringoscopio, abbiamo liberato le vie respiratorie ostruite e poi siamo riusciti a intubarlo. Il tutto in sei minuti, poi è stato tagliato il cordone ombelicale”, ha aggiunto il dottor Caramelli che ha operato assieme alle colleghe Lorena Pasini e Antonella Cardin Fontana.
Poi sono subentrati i neonatologi che hanno compiuto tutti i controlli necessari per permettere il trasferimento in rianimazione pediatrica in tutta sicurezza. Dopo qualche giorno il bimbo è stato sottoposto all’intervento definitivo per l’asportazione del tumore. Un’altra operazione lunga e delicata, visto che la massa tumorale aveva occupato il collo, era attaccata alla carotide e arrivava fino alla colonna vertebrale, nel tratto cervicale, tanto da spostare anche l’esofago. Operazione eseguita dal professor Mario Lima, direttore della Chirurgia pediatrica, e dalla sua equipe. Una storia che si è conclusa bene visto che il bimbo è stato dimesso e ora è a casa con la sua famiglia.