Poco dopo si notavano alcuni cani correre tra la vegetazione e veniva cosi effettuato un sopralluogo nelle zone limitrofe e venivano individuati alcuni cacciatori intenti a cacciare. Impossibilitati ad avvicinarsi ulteriormente senza essere notati, gli agenti si appostavano nei dintorni delle autovetture ed attendevano il ritorno dei proprietari. Questi ultimi rientravano poco dopo il tramonto con fucili e cani attraversando l’area riserva.
A tal punto le guardie dell’Enpa uscivano allo scoperto e procedevano all’identificazione delle persone armate ed accompagnate da cani utilizzati solitamente per la caccia al Cinghiale. La loro presenza e l’attività venatoria svolta poc’anzi in area parco è vietata dalle Leggi 157/92 e 394/91 e per questo motivo le sette persone venivano deferite all’Autorità Giudiziaria per introduzione di armi e munizioni ed attività venatoria in zone vietate.
“ Nonostante la caccia al Cinghiale sia regolamentata e ogni squadra abbia la propria area di caccia, e nonostante l’alto numero di ungulati sparsi su tutta la provincia” commentano le guardie dell’Enpa “ viene da chiedersi perché andarli a cercare nelle aree dove la caccia è vietata? Ovviamente è una domanda retorica.”