Le vittime elargivano somme di denaro per pochi euro, talvolta anche centesimi, che comunque, nell’arco della giornata “lavorativa”, consentiva a ciascuno di loro di incassare somme di tutto rispetto.
Il tutto attraverso minacce praticate, scrive il gip Pellegrino, con «atteggiamento spavaldo» in quanto dietro le frasi «un aiuto», «un caffè», «anche noi dobbiamo lavorare» si mascherano rischi di ritorsioni personali o danneggiamenti alle auto.