Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero di assegnare all’uomo il massimo della pena. Stando a quanto è stato ricostruito, costui avrebbe strangolato la moglie Souad Assoui davanti ai figli, per poi chiuderla in un sacco nero e gettarla in un luogo che, a distanza di un anno e mezzo, non è ancora stato identificato. L’episodio risale infatti alla notte tra il 3 e il 4 giugno 2018.
A riprendere l’uomo sono state le telecamere di videosorveglianza di un bar vicino al luogo del presunto femminicidio. Dato però il mancato ritrovamento del corpo della donna, il legale di Abdelmijid aveva chiesto l’assoluzione per il suo assistito.
Aveva infatti addotto la possibilità che costui avesse deciso di allontanarsi e abbandonare i figli piccoli. La Corte l’ha invece ritenuto colpevole di omicidio premeditato aggravato, sottrazione e distruzione di cadavere e atti persecutori. E ancora, maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della figlia Yasmine.
Le indagini sono state coordinate – scrive Onda News – dal Pubblico Ministero Mariacristina Bonomo di Sanza. Il magistrato svolge funzioni a Brescia da due anni, dopo aver svolto il tirocinio presso la Procura della Repubblica di Roma.
Laureata alla LUISS Guido Carli col massimo dei voti, ha conseguito anche un Dottorato di Ricerca. Dopo un’esperienza formativa a Washington D.C. e dopo aver lavorato presso un noto studio legale tedesco nella Capitale, ha intrapreso la formazione per accedere alla carriera di magistrato. Superato il concorso al primo tentativo, ha iniziato la carriera da Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia.
Dopo sei mesi dall’aver preso funzioni, Mariacristina Bonomo si è confrontata con un’indagine che, partita dalla scomparsa di una donna, si è rivelata – secondo l’accusa – un omicidio in cui il corpo della vittima non è stato mai rinvenuto. Innanzi alla Corte d’Assise di Brescia ha esposto la sua requisitoria che ha convinto sia i giudici popolari che togati.