Sono tutti dati relativi al 2017, cioè l’ultimo anno che è possibile monitorare. Donne inferiori come stipendi agli uomini e non è un dato nuovo. Come non lo è il fatto che nel Mezzogiorno le retribuzioni orarie sono inferiori del 16,2% rispetto alle altrre zone d’Italia.
E a proposito di evidenti differenze di retribuzione, c’è un gap del 13,8% tra i lavoratori nati in Italia e quelli nati all’estero. La retribuzione oraria media per i dipendenti nati in Italia (l’83,3% del totale) è pari a 11,53 euro. Una cifra superiore di 1,40 euro rispetto a quella dei lavoratori nati all’estero. Inoltre nel 2017 almeno metà dei lavoratori percepivano una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro.
Scendendo nel dettaglio dei contratti, come evidenzia l’Istat, la retribuzione oraria più alta è legata a due tipi di contratti. Sono quelli a tempo indeterminato (che sono pari al 65,5% dei rapporti totali) e i contratti a tempo pieno (pari al 68,3% dei rapporti totali). La retribuzione oraria media dei lavoratori con contratto full time è paro a 11,98 euro, superiore del 19% a quella dei part-time,
In particolare gli impiegati e i dirigenti hanno incassato una retribuzione oraria pari a 14,04 euro, cioè il 65,4% in più rispetto agli apprendisti. Nel 2017 la retribuzione oraria media è passata dai 10,03 euro dei giovani (compresi tra 15 e 29 anni) ai 12,46 euro dei lavoratori più anziani (cioè con età maggiore o uguale a 50 anni).
Infine il valore più basso della retribuzione oraria media, pari a 8,4 euro, è quello dei rapporti nelle imprese dell’area “Altre attività di servizi”. Il valore più alto, pari a 22,56 euro, è invece nel comparto “Attività finanziarie e assicurative”, il 2,7% dei rapporti di lavoro complessivi.
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