Il “metodo” portava a far lievitare gli interessi dopo l ‘erogazione dei prestiti fino a decretare il default delle aziende. Il periodo attenzionato dalla Procura va dal 2011 al 2013
Prestiti imponenti erogati con la formula del factoring, da non poter poi più onorare a causa degli elevati interessi, con picchi che superavano addirittura i 3 milioni di euro. Tutto ciò viene giudicato un «comportamento inusuale e anomalo» in quanto la società finanziaria alla scadenza naturale dell’anticipazione concessa, non richiedeva il rientro al debitore ceduto ma continuava a calcolare gli interessi su quanto concesso.
In questo caso, a fronte di circa 2 milioni di euro concessi, i debiti potevano raggiungere il milione e mezzo con un costo dell’operazione pari all’ oltre 49%. Movimenti su cui la Procura, guidata dal procuratore Antonio Centore, ora indaga.
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