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Inchiesta il ‘cappio in cravatta’: tassi usurai per far fallire imprese e rilevarle

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Giro di prestiti a tassi usurai con l’aiuto di società finanziarie per far fallire imprese in difficoltà e successivamente rilevarle. Questo il presunto sistema al vaglio della Procura di Nocera; il pm Gaetana Amoruso, che, dopo aver chiesto il processo per sette professionisti attivi tra l’Agro e il Napoletano, per adesso contesta i tassi applicati dalle Finanziarie che le consulente definiscono come usurai.  Lo scrive La Città in un articolo pubblicato alcuni giorni fa

Il  “metodo” portava a far lievitare gli interessi dopo l ‘erogazione dei prestiti fino a decretare il default delle aziende. Il periodo attenzionato dalla Procura va dal 2011 al 2013

Prestiti imponenti erogati con la formula del factoring, da non poter poi più onorare a causa degli elevati interessi, con picchi che superavano addirittura i 3 milioni di euro. Tutto ciò viene giudicato un «comportamento inusuale e anomalo» in quanto la società finanziaria alla scadenza naturale dell’anticipazione concessa, non richiedeva il rientro al debitore ceduto ma continuava a calcolare gli interessi su quanto concesso.

In questo caso, a fronte di circa 2 milioni di euro concessi, i debiti potevano raggiungere il milione e mezzo con un costo dell’operazione pari all’ oltre 49%. Movimenti su cui la Procura, guidata dal procuratore Antonio Centore, ora indaga.

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