Nella Medicina Tradizionale Cinese la terapia erboristica era fondamentale nella cura delle patologie internistiche e la profondità della conoscenza dei rimedi fitoterapici di alcuni medici delle epoche passate pare avere un qualcosa di incredibile e miracoloso.
Anche nel mondo Occidentale vi sono stati profondi conoscitori delle erbe, specie nei monasteri dove venivano utilizzate come medicine abituali. Tuttavia se si va a studiare in maniera approfondita l’argomento risulta subito evidente come la conoscenza dei rimedi fitoterapici in Cina od in India nella medicina Ayurvedica avesse raggiunto un livello di profondità per noi sconosciuto.
Mentre nella nostra attuale medicina l’attenzione va sempre e solo alla composizione chimica, nella tradizione medica cinese ogni pianta possiede un Sapore ed una Natura che sono in grado di muovere il QI all’interno del corpo e dei meridiani in maniera specifica.
Queste caratteristiche si ritrovano anche nella Medicina Indiana ed in alcuni periodi anche nella nostra erboristeria. Nel Ben Cao Gang Mu scritto da Li Shizhen si ritrova la descrizione di migliaia di rimedi fitoterapici. E proprio questo è quello che più colpisce della Medicina Tradizionale Cinese: il numero incredibile di Fitoterapici studiati e conosciuti. Ancora oggi molte ricerche e scoperte farmacologiche hanno origine da piante e composti dell’antica Medicina Tradizionale Cinese.
Ha senso oggi giorno curarsi con la fitoterapia?
Ancora oggi la Fitoterapia se effettuata da personale esperto nella materia abbia molte potenzialità. Il fitocomplesso, a differenza del farmaco moderno, contenendo più sostanze e non essendo purificato riesce a svolgere azioni più moderate ed equilibrate che nel medio periodo portano a benefici evidenti senza avere i noti effetti collaterali di molti farmaci moderni.
Ma la risposta si completa con gli studi fatti nel Cilento sulla nutrizione e sulla prevenzione rispetto alle malattie complesse e riportati nel quaderno di ricerca Iriss-Cnr- Napoli, che lo distribuisce a richiesta in formato elettronico, dal Titolo Gastronomia equiibrata e dieta mediterranea.
Ma proprio per il prestigio di due studiosi Cilentani, il dr. Nicola Dinovella , Naturalista e del Dott. Mario Siervo , medico e scienziato , Cambridge University, che studiosi e medici connessi alla medicina tradizionale cinesi hanno deciso di esplorare il potenziale largo della Valle delle Orchidee per promuovere un centro di prevenzione a largo spettro.
Essi hanno scoperto che con investimenti non elevati può essere esplorato il capitale naturale delle aree contigue al Parco del Cilento dove già sono rappresentate il 90% delle piante di riferimento.
Ecco che non solo l’Istat riclassifica il potenziale territoriale in termini di potenziale eco sistemico ma anche da continenti giganti viene riconosciuto il potenziale di un patrimonio naturalistico e storico dove il valore immateriale di riferimento è enorme.
Rinasce la Scuola Medica Salernitano? Forse è meglio parlare di un progetto completamente nuovo in termini di linguaggio che è comunque connesso al giuramento che i medici fanno richiamando Ippocrate. Nel giuramento di Ippocrate troviamo i presupposti per parlare di paesaggio degli ingredienti e connettere i temi dell’alimentazione delle popolazioni insediate o ospitate nei territori al paesaggio percepito come storia della geografia scritta dalla natura e geografia scritta dalle attività degli uomini.
Ma il giuramento di Ippocrate riguarda non solo i dottori ma riguarda le stesse popolazioni perché connette la necessità di occuparsi come popolazione anche del benessere delle popolazioni stesse, e questo non riguarda solo il rischio di sopravvivenza connesso all’ammalarsi ma allo stile di vita che le popolazioni interpretano nella storia temporanea della loro esistenza, che è connessa alla storia passata e a come la stessa popolazione prefigura e pensa di vivere nella sua storia che verrà.
Sviluppare i temi del Paesaggio partendo dai temi della medicina tradizionale significa connettere questa disciplina ad almeno altri cinque temi disciplinari ed affrontare il tema di come ricomporre il tempio della conoscenza (Gran Delubro), oggi diviso in troppe discipline non in rete di comunicazione .
È l’evoluzione concettuale da proporre.
@Ambiente @Archeologia @Agricoltura @Alimentazione @Arte devono essere riconnesse attraverso il saper fare Architettura e sviluppo del Paesaggio, inserito in una nuova visione dell’economia circolare che non separi la capacità delle popolazioni dalla percezione del concetto che noi siamo il nostro paesaggio.
Ecco che la lettura del Paesaggio degli Ingredienti che abitano le aree interne , Il temi della città e dell’altra città (vedi collana diretta da Pasquale Persico e Maria Cristica TREU), riposiziona molti temi di urbanistica del paesaggio, fino a proporre una rivoluzione nella funzione delle preferenze progettuali orientando i temi della mitigazione del rischio perché questi vengono riconnessi dentro una unica visione relativa al concetto di Paesaggio Percepito dalle popolazioni .
La valle delle Orchidee ancora rimane una metafora per una ripartenza importante?
Occorre richiamare la canzone di Bruno Lauzi per capirne di più ed auspicare l’arrivo dei cinesi e dei loro saperi?
Il concetto di paesaggio percepito connesso alla convenzione di Faro diventa per il Mezzogiorno il tema dei temi, rispetto al progetto di paesaggio e contribuisce così alla risalita dello spaesamento oggi caratteristica connessa alla deterritorializzazione delle attività. Questo fenomeno contribuisce a rendere difficile la manutenzione delle infrastrutture del quotidiano (scuola, sanità, mobilità etc) e pertanto oggi non si è in grado di proporre un progetto di cambio di paradigma rispetto a quello apparentemente facile di Identità e Sviluppo.
di Pasquale Persico
Commenta