I 4,5 milioni di lavoratori con redditi tra i 26.600 euro e 35mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, avranno fino a circa 50 euro in più al mese, pari a circa 500 euro nel 2020, che diventeranno il doppio nel 2021. I 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8.000 euro a 26.600 euro che già percepiscono il “bonus 80 euro” (vale fino a 960 euro annui) dal taglio del cuneo fiscale riceveranno solo 40-50 euro annui. Un vantaggio in busta paga minimo, ma comunque atteso.
Il bonus andrà a migliorare, anche se leggermente, i redditi medio bassi. Ma quali sono le zone d’Italia in cui si guadagna di più? E invece dove sono concentrati i beneficiari del bonus? Nel 2019, secondo il Geography Index, la classifica redatta dall’Osservatorio JobPricing delle regioni e province italiane, ordinate sulla base della retribuzione media rilevata, sul podio troviamo la Lombardia con RAL di 31.472 euro, davanti al Trentino-Alto Adige con una retribuzione annua lorda di 31.136 euro. Il Lazio conquista il terzo posto con 30.353 euro annui, superando l’Emilia-Romagna che scivola al quarto posto, subito sopra la Liguria e il Piemonte.
In fondo alla classifica si scambiano di posto Basilicata e Calabria: La Calabria (25.083 euro) si avvicenda in classifica con la Basilicata (24.495), unica regione che sfonda il pavimento dei 25.000 euro lordi annui medi. La prima sale al penultimo posto, la seconda scende all’ultimo.
Per quanto riguarda le province Milano resta in prima posizione, grazie a una RAL di 33.948 € con la quale il capoluogo lombardo stacca di quasi 2mila euro la seconda in classifica e di quasi 4600 euro la media nazionale. Si scambiano il secondo e il terzo posto: Conquista l’argento Bolzano (RAL di 32.088 €) scavalcando Monza-Brianza che quest’anno si accontenta di un bronzo (RAL 31.688 €). Scalata verticale per Salerno che guadagna 15 posizioni in classifica: Salerno registra il trend positivo più importante e si posiziona in 55° posizione con una RAL di 27.519€ (comunque ancora sotto la media nazionale). A seguire, sono di Chieti e Teramo le performance migliori (salgono di tredici posizioni e si posizionano rispettivamente in 64° e 72° posizione.
In picchiata Viterbo che perde 15 posizioni: Precipita in 90° posizione con una RAL di 25.676 € e 12.3 punti percentuali in meno alla media di mercato. A seguire Lucca e Bari (-14 posizioni per Lucca che scende in 44° posizione e -13 posizioni per Bari che scende in 76°). Entra nella top 10 Trieste che guadagna 6 posizioni, esce Lecco che ne perde 8: Trieste con 31.262 raggiunge il 7° posto in classifica, mentre Lecco con 29.973 si ritrova in 17^ posizione. Sono tutte al sud le province con le retribuzioni più basse: partendo dall’ultima in classifica (Nuoro, posizione 107) e risalendo, si incontra una provincia non del Sud solo dopo 25 posizioni (Fermo, posizione 82).
Sono tutte al nord le province con le retribuzioni più alte: ad eccezione di Roma (8° posto), che è però un mercato a parte, come Milano al nord, le prime 20 province in classifica sono tutte al Nord e solo al 21° posto si incontra la prima del centro Italia (Firenze). Tutte le province del Sud pagano meno della media di mercato: il dato negativo delle regioni del Sud appare ulteriormente aggravato analizzando le province. Nessuna provincia in Puglia, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna ha retribuzioni in linea col mercato e la distanza minima (Salerno) è di oltre 1.800 euro lordi annui.
Province battono il capoluogo. In 7 regioni non è la provincia del capoluogo quella dove si guadagna meglio. Novara batta Torino in Piemonte (12°-13°); Bolzano batte Trento in Trentino (2° -16°); tutte le province in Veneto battono Venezia (dal 14° al 36° contro 37°); Pesaro e Urbino batte Ancona nella Marche (39°-40°); Terni batte Perugia in Umbria (70°-78°); Salerno batte Napoli (55°-62°); Matera batte Potenza in Basilicata (92°-103°).
Fonte TriestePrima.it