Cosa farcene di un marchio di qualità per i bed and breakfast, se e quando sarà veramente operativo e difficilmente riconoscibile in piattaforme internazionali online (e ormai superato come dimostrano i fallimenti in altri territori) se la Regione Campania non è stata in grado neppure di avere albi aggiornati dai Suap comunali e garantire la più necessaria applicazione di un codice identificativo regionale, attualmente giacente in qualche cassetto del distante assessorato al turismo.
Che in cinque anni , a sua volta, non è stato ancora capace di riordinare l’organizzazione turistica, garantendo servizi minimi di accoglienza con gli smantellati ept e aziende del turismo e con un’agenzia Regionale tutt’altro che autenticamente operativa se non per la nomina di un direttore e timidi e lenti passi tutt’altro che condivisi all’interno dello stesso assessorato.
Nessun atto rilevante da parte della Commissione regionale al Turismo per rispondere alle esigenze di un mercato in piena evoluzione, riformulando normative ormai vecchie e non più in grado di accompagnare il fenomeno dell’ospitalità diffusa con recupero funzionale di borghi e centri minori, vittime di un vistoso spopolamento, l’overtourism e abusivismo incontrollato in tutte le aree che riguardano il turismo.
Vi sono squilibri notevoli per un settore economico rilevante che cresce nonostante il lassismo regionale e che invece avrebbe avuto bisogno di risorse economiche, mai erogate per strutturare nuove imprese, rafforzare le esistenti come ormai vecchi alberghi e residence, con reti turistiche di filiera favorendo così migliori opportunità per giovani costretti ad accontentarsi di una misura statale come Resto al Sud, si utile ma non adeguata alle vere esigenze di chi vuole fare impresa turistica.
Stiamo ancora attendendo il regolamento attuativo per un codice identificativo che potesse, quello si, arginare l’abusivismo ricettivo di chi esercita senza regole e specula, determinando concorrenza sleale e basso livello qualitativo dell’offerta.
La Regione Campania non si è dotata di una semplice norma che avrebbe potuto meglio regolare le locazioni brevi ( come fatto da altre regioni come Lombardia, Veneto, Lazio) che al momento sfuggono agli adempimenti di scie amministrative e spesso determinando squilibri urbanistici e rischi elevati di turistificazione.
Le locazioni previste dal decreto nazionale ex 50/2017 in Campania non sono tenute ad aggiornare il rilevatore statistico regionale, ne dei prezzi come invece obbligatorio e sanzionabile per le altre tipologie ricettive che nel caso dei b&b ed affittacamere subiscono di tutto compreso astruse direttive sanitarie per la sommistrazione della colazione, per non parlare di requisiti igienico sanitari, impedimenti urbanistici e regole non omogenee tra i diversi enti.
E così dopo l’autorizzazione alla quarta camera per la legge 5/2001 per i b&b , rendendo ancora più complicato distinguere le attività integrative da quelle professionali, con l’avvio di centinaia di accertamenti fiscali soprattutto per chi esercita in località turistiche rilevanti, ancora una volta il consigliere Regionale Vincenzo Maraio ha fatto di testa sua, non ascoltando la nostra base associativa fatta di migliaia di strutture ricettive aderenti e presentando un emendamento alla legge di bilancio per un marchio che non potrà aver alcun ruolo determinante, per garantire qualità e soprattutto risolvere il problema del dilagante abusivismo.
La Regione Campania ha una rete infrastrutturale inadeguata rispetto alle esigenze dei viaggiatori. Complicata la mobilità e trasporti pubblici come nel caso della rete ferroviaria della CircumVesuviana e delle aree interne.
Non si intende omettere gli sforzi compiuti per cercare di migliorare il servizio com acquisto di treni e bus ma appare assai complicato poter solo avanzare ipotesi di autentico turismo sostenibile per le ingolfate e fragilissime aree turistiche come Costiera Amalfitana, Penisola Sorrentina e isole del Golfo. Ne pare possibile rilevare accenni di turismo accessibile, del tutto un tabù.
Complicato accorgersi di politiche autentiche di destagionalizzazione, a meno che si abbia il coraggio di dimostrare che i milioni di euro versati a molti Comuni abbiamo garantito flussi turistici certificabili. La strategia di promozione turistica verso l’estero appare assai appiattita se ci si limita come é apparso in questi anni a mera presenza in fiere di settore e non ad autentici accordi commerciali e sinergie con player ed investitori internazionali.
Eppure la Campania è sempre più ricercata dal turismo individuale seppure siamo ben lontani dai numeri di regioni del nord e di Europa, le rotte internazionali favorite da una gestione dinamica di Capodichino e le prospettive pure palpabili come la materializzazione del secondo aeroporto a Salerno e l’alta velocità già attiva e attivabile con gli altri possibili collegamenti, fanno immaginare nuovi percorsi.
Abbiamo salutato con interesse i masterplan per il recupero di aree oggi degradate ma da un importante potenziale attrattivo come il litorale Domizio e la linea di costa a sud di Salerno, ma si tratta comunque di progetti non esecutivi e che attendono ancora una concreta fase operativa come per Bagnoli. Ne sono ancora visibili miglioramenti per le aree interne pure destinatarie come nel caso dell’Alta Irpinia di ingenti risorse europee non ancora spese.
Il Cilento come la mancata tutela e salvaguardia dei nostri eccezionali siti naturalistici, con patrimoni Unesco che materialmente si sbriciolano. E’ ancora complicata avere una rete di porti turistici e collegamenti tutt’altro che sostenibili e che non siano stagionali rispetto alle esigenze di viaggiatori che come per i bistrattati residenti isolani sono costretti a subire tanti disservizi.
L’auspicio é che la Regione Campania possa avere più coraggio e fare scelte incisive per garantire standard qualitativi e vivibilità in grado di competere con altre aree nazionali più organizzate. Agostino Ingenito – presidente #Abbac e coordinatore nazionale #Otei Osservatorio Extralberghiero Italiano-
Commenta