Sui ritardi nell’erogazione dei finanziamenti ha depositato oggi un’interrogazione parlamentare la deputata Anna Bilotti (Movimento 5 Stelle) che alla ministra alle Pari Opportunità, Elena Bonetti, chiede di sapere cosa si intenda fare per accelerare l’iter ed evitare, anche in futuro, situazioni di stallo che pregiudicano le politiche di aiuto alle donne.
«Il 4 dicembre, dopo il necessario passaggio in Conferenza Stato-Regioni, la ministra ha firmato il decreto di riparto che fa arrivare i fondi alle Regioni e, da queste, ai Comuni – spiega la parlamentare – Alla Campania sono assegnati 2.146.888 euro, tuttavia apprendiamo che le attività del centro antiviolenza “Il volo delle farfalle”, operativo in 37 comuni dell’area Sud della provincia di Salerno, sono state sospese per mancanza di liquidità.
È una situazione paradossale, di cui ancora una volta fanno le spese le donne. Nell’interrogazione si evidenzia che soltanto il 28 novembre dopo la deliberazione della Conferenza Stato-Regioni, gli enti gestori sono venuti a conoscenza delle risorse disponibili per coprire i costi delle attività già realizzate nel 2019 per garantire protezione e supporto alle donne.
Si chiede quindi se il Governo sia a conoscenza della situazione in cui versano i centri antiviolenza della regione Campania e quali linee programmatiche intenda seguire, per quanto di competenza, al fine di rendere i tempi di effettiva erogazione delle risorse coerenti con una tutela tempestiva di tutte le donne vittime di violenza.
L’obiettivo è evitare che ritardi burocratici ostacolino l’attuazione concreta dei progetti di supporto psicologico, socioassistenziale e legale alle donne vittime di violenza e ai loro bambini. Non sempre, infatti, i fondi destinati a queste attività giungono ai centri antiviolenza nei tempi necessari per organizzare le attività programmate.
«L’aiuto e la protezione delle donne vittime di violenza non si può attuare a singhiozzo – sottolinea Bilotti – Parliamo di percorsi difficili, che presuppongono continuità e rapporti di fiducia. Se non si garantiscono questi requisiti, si resta lontani dallo spirito della convenzione di Istanbul su cui i centri antiviolenza si fondano».
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