“Pier Francesco Favino ha interpretato il ruolo in maniera magistrale, ha raccontato il dramma e le sofferenze di un uomo che fu perseguitato dalla magistratura. Nella sala del cinema – sottolinea Amatruda – ho pensato alle sofferenze di una intera comunità, ho ricordato le ferite della comunità salernitana. La tangentopoli salernitana fu, infatti, violenta. Qui ci sono state vittime e martiri”.
“Ho pensato – sottolinea – a tanti di loro. Ho rivisto le immagini del Professore Vincenzo Giordano. Ho ricordato la sua solitudine negli anni più difficili e poi le battaglie vinte nella Aule di giustizia.
Ho superato la tristezza quando ho rivissuto le lunghe passeggiate, le chiacchierate, quando mi è tornata alla mente la ormai riconosciuta gratitudine della comunità salernitana verso il suo operato. Il professore fu la sintesi di una grande squadra che aveva personalità come Carmelo Conte, Salvatore Aversano e tanti consiglieri preparati e di qualità. Fu quella una grande stagione di trasformazione della città”.
“Ho provato e provo rabbia, però, verso la inettitudine di questa amministrazione, mi rattrista la mancanza di coraggio del Sindaco Vincenzo Napoli. Il futuro si costruisce sulle verità, una comunità cresce quando è capace di fare i conti con la sua storia. Enzo Napoli, che di Giordano fu collaboratore, ha il dovere di trovare uno spazio importante della città da dedicare al Sindaco galantuomo. L’idea di immaginare la pertinenza di un condominio e senza neanche una iniziativa pubblica è offesa alla storia, è atto vile”.
Gaetano Amatruda