L’effetto della decisione è immediato: la data è quella del 15 gennaio. La conseguenza è il venir meno dei requisiti per l’esercizio della procreazione medicalmente assistita, norme alla mano.
Ogni mutamento rispetto alla precedente autorizzazione, infatti, andrebbe nuovamente autorizzato. Cosa che finora non è accaduta. Il che, come rilevato dal responsabile Colarieti nella nota inviata alla direzione dell’Ospedale Ruggi, rischia di far incorrere in reati di natura penale, visto che senza autorizzazione specifica la procreazione medicalmente assistita e la conservazione di tessuti umani dei pazienti oncologici non si possono fare.
Insomma, sembra che i vertici del Ruggi siano incorsi in un pasticcio per far spazio al nuovo reparto del dottore Coscioni, sacrificando non solo il centro anti-infertilità di Colarieti ma anche il reparto di Oculistica Pediatrica diretto da un’eccellenza assoluta del campo: quel dottor Adriano Magli che condivideva i locali nella Torre ospedaliera per operare i bambini prematuri a rischio cecità.
Se si considera che in Campania c’è solo un’altra divisione di Oculistica Pediatrica con le stesse caratteristiche al Santobono, è facile dedurre la gravità della decisione di sottrarre spazi per creare un doppione della Cardiochirurgia. Inoltre: per il reparto del dottor Magli la soluzione degli spazi attigui alla Radioterapia sembra inadeguata. Provate ad immaginare decina di genitori con bimbi in tenera età a rischio cecità affollarsi laddove manca una sala d’attesa dedicata, a due passi da apparecchiature Pet Tac, aspettando di fare l’intervento salva-vista.
Davvero qualcuno dovrebbe spiegare il perché di un provvedimento ad horas, tra l’altro ignorando che per il centro anti-infertilità sono state acquistate apparecchiature per 500mila euro mai montate e che ora non si sa che fine facciano. Probabilmente, se non ci sarà una correzione in corsa, se ne occuperà la Corte dei Conti.
VIDEO LIRATV Tg 13 gennaio 2020