“L’impatto dei canali social sull’attività di scouting degli Hr e sulla ricerca di un lavoro da parte dei candidati è in crescita costante. La rapida evoluzione del mondo del lavoro e l’affermazione dei canali digitali in tutte le attività quotidiane sia professionali che personali sta cambiando radicalmente le abitudini non solo di chi cerca un lavoro, ma anche dei professionisti che si occupano di risorse umane”. Ha dichiarato Cristina Cancer, manager dell’Adecco Group.
I social network sono sempre più usati, non tanto come canale di incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma piuttosto quale fonte informativa, per valutare il personal branding (ovvero, la promozione commerciale di sé stesso e della propria carriera professionale) verificare il curriculum, esplorare la personalità dei candidati e la web reputation. Si consideri che il 44,1% dei recruiter ammette di aver scartato una candidatura sulla base di una web reputation non idonea.
Chi cerca lavoro trascorre mediamente online i 3/4 del proprio tempo, mentre i recruiter passano in rete quasi la metà del tempo per trovare candidati e analizzare i profili. È Linkedin il servizio web preferito dalla maggioranza dei candidati, i quali utilizzano la piattaforma prevalentemente per la ricerca di lavoro, nel contempo si consolida la fruizione di Facebook (31,7% contro il 27% dell’edizione 2015).
Emerge Instagram (10%) e supera Twitter che si attesta solo al 4%. Dunque, chi cerca lavoro utilizza principalmente i social per intercettare annunci (61%), rispondere a candidature (52,3%) e individuare le pagine di potenziali datori di lavoro (50,1%).
In merito ai profili che i recruiter analizzano maggiormente online è in aumento la ricerca di quelli non manageriali, che dal 12% del 2015 oggi è salito al 28,3%. In leggero calo la ricerca dei middle manager (dal 44% al 39,3%) e dei senior manager (dal 40% al 32,7%). Aumenta la selezione online per i profili più legati alla comunicazione, mentre diminuisce quella legata ai profili più tecnici.
Appare, dunque, evidente che il mondo del lavoro ha subito e continua a subire mutamenti; le aziende che offrono impiego oramai si rivolgono prevalentemente a siti specializzati ed a ai social nella ricerca di personale on line.
Una pratica certamente nelle corde delle nuove generazioni, ma che, purtroppo, in parte finisce con l’emarginare ulteriormente coloro che non hanno adeguata dimestichezza con le evoluzioni del web. Su questo, come su altri risvolti e conseguenze, sarebbe però il caso di decelerare un istante per riflettere e porsi qualche interrogativo in più.
di Tony Ardito