La consegna delle chiavi è stata l’occasione per avviare la ricerca di sostegno economico e di materiale utile ad arricchire il Museo.
“Grazie all’impegno del Sindaco Servalli, che ha permesso non solo di individuare i locali nel complesso di San Giovanni, nella parte dell’ex Eca, ma ha assegnato anche un cospicuo contributo economico per la realizzazione – afferma Felice Scermino – oggi nasce ufficialmente il Museo dedicato ad una donna straordinaria. Chiediamo a tutti di darci una mano per quanto nelle proprie possibilità, recandosi presso la Biblioteca comunale dove verranno ritirati e registrati i contributi, perché il museo deve essere espressione dell’orgoglio dell’intera città verso una sua figlia eccezionale”.
Hanno partecipato il Sindaco Vincenzo Servalli, il vice Sindaco e assessore alla cultura, Armando Lamberti, don Osvaldo Masullo in rappresentanza dell’Arcivescovo Orazio Soricelli e, con il Presidente Scermino, tutti i componenti del Comitato, che è composto da Annamaria e Lucia Apicella (nipoti dirette di Mamma Lucia), Lucia Avigliano, Gennaro Galdo, Gaetano Guida, Alfonso Prisco, Beatrice Sparano, Franco Bruno Vitolo.
“Questa sera, molto emozionante – afferma il Sindaco Vincenzo Servalli – credo che tutta la città adempia ad un dovere. Un obbiettivo raggiunto grazie alla famiglia di Mamma Lucia ed al Comitato che tanto si è prodigato. Il museo non è solo un luogo della memoria, ma rappresenta anche la grande attualità dei valori di umanità e misericordia che ha lasciato in eredità Mamma Lucia, in un tempo, quello che viviamo, di guerra, di discriminazione e che ci deve far riflettere sui mali del nostro tempo e quale mondo lasciamo ai nostri figli”.
Durante la serata, condotta da Franco Bruno Vitolo, sono stati mostrati alcuni filmati sulla straordinaria opera di ricerca e recupero di circa 700 salme, soprattutto di soldati tedeschi, caduti durante la battaglia per lo sbarco degli alleati l’8 settembre 1943: un gesto profondo e profetico di Pace e di Maternità Universale.
Il 16 luglio 1946 le fu accordato il permesso dall’allora Sindaco della città, di “sistemare i cadaveri perduti”. Da quel giorno Lucia, accompagnata anche dalla cugina, Carmela Pisapia Matonti, si recò in tutti i luoghi in cui le segnalassero la presenza di cadaveri.
Le ossa recuperate, ripulite dai brandelli di carne e lavate, furono sistemate in cassettine di zinco che Lucia commissionava a sue spese al fabbro del paese. Gli oggetti personali e i documenti che potevano favorire il riconoscimento del defunto venivano accuratamente catalogati e poi consegnati al Commissariato. A chi le chiedeva perché si desse tanta pena per dei nemici, Lucia rispondeva in dialetto: “Sempe figli ‘i mamma erano. E mente murevano accisi ’a mamma nun ’a manco tenevano avvicino”.
Nel settembre 1951, ricevette la Gran Croce dell’Ordine al Merito Germanico, la più alta onorificenza dell’allora Germania Federale, dal Presidente Theodor Heuss. Il 20 luglio 1951, fu ricevuta in udienza privata da Papa Pio XII, che ne approvò l’opera, definendola cristiana e caritatevole.
Il 2 giugno 1959, Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica, le conferì l’onorificenza della Commenda al Merito della Repubblica. Nel luglio 1980, ricevette la Medaglia d’Oro dal Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.
Altre testimonianze sono state portate da Tommaso Avagliano, editore, scrittore, poeta, da Mario Marcellino figlio del poeta Fortunato, che dedicò a Mamma Lucia una lirica in vernacolo e da Tania e Maurizio Santoro, figli di Quirino, che con “I morti parlano” compose una storica biografia.
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