«Mai avrei potuto immaginare che il compito preminente del nostro Ordine dovesse diventare quello di redigere, quasi giornalmente, un bollettino di guerra nell’ambito dell’assistenza sanitaria con un elenco sempre crescente di feriti, contusi e, purtroppo, qualche volta, morti, collegati a un’attività in favore di persone malate in un contesto sociale “ancor più malato”.
Ieri nel tardo pomeriggio si è verificato l’ennesimo episodio di violenza fisica nei confronti del collega Antonio Galderisi, e del coraggioso infermiere Antonio Carotenuto, accorso in aiuto, entrambi picchiati selvaggiamente a seguito del decesso di un malato nel reparto di Pneumologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
Penso che gli ultimi casi segnalati, in particolare in questa Regione, nell’ultima settimana (quasi un caso al giorno), rappresentino una ragione più che valida per approvare “domani” la legge sulla violenza in sanità presso la camera dei deputati, ultimo atto del suo percorso giuridico.
La legge in questione comporterà il riconoscimento dello status giuridico di “pubblico ufficiale” per gli operatori impegnati nell’assistenza sanitaria: una inevitabile sconfitta in una società sempre più protesa all’uso della violenza piuttosto che a quello della ragione».