La decisione del vertice del Ruggi, infatti, si accompagna all’assegnazione di venti posti letto al nuovo reparto diretto dal dottore Coscioni; posti letto che vengono sottratti alla Medicina Generale, il che potrebbe determinare effetti a cascata anche sui tempi d’attesa al Pronto soccorso.
Ma l’accelerazione improvvisa, ai limiti della forzatura, per consegnare la divisione al dottor Enrico Coscioni, porta con sé il sacrificio dell’ambulatorio di Oculistica Pediatrica (trasferito vicino alla Medicina Nucleare con rischio radiazioni per bimbi e genitori); e soprattutto la riduzione della metà gli spazi per il centro di procreazione medicalmente assistita.
Come denunciato dal responsabile, il dottore Giorgio Colarieti, ciò renderà necessarie nuove autorizzazioni con il rischio di bloccare le terapie in corso e la conservazione dei tessuti umani dei pazienti oncologici.
Ma c’è un altro aspetto che preoccupa, di questa vicenda nata dall’urgenza di assegnare il reparto doppio di Cardiochirurgia all’ex consigliere regionale Coscioni: la scelta dell’Ospedale Ruggi di comprimere la procreazione medicalmente assistita, infatti, potrebbe avvantaggiare il privato accreditato.