«Sappiamo bene che il Movimento è nato per scardinare il potere costituito — ha detto ricordando le battaglie appoggiate, come No Tav, no Tap, vitalizi e le concessioni autostradali —. Stando al governo abbiamo scoperto quanto sia difficile. Abbiamo resistito, con fatica, per essere dalla parte degli italiani e non dei privilegi». Ha poi riconosciuto che alcuni obiettivi non sono stati raggiunti, per mancanza di condizioni o di vincoli creati da altri in passato. «Tutto si può fare se programmato con realismo, ma non certo in pochi mesi. Ecco perché il Movimento 5 Stelle non può essere giudicato per 20 mesi al governo. Dobbiamo pretendere di essere giudicati almeno alla fine dei 5 anni della legislatura, perché serve tempo per rimettere in ordine i disordini creati da chi c’era prima. Ecco perché il governo deve andare avanti».
«Preferisco passare per ingenuo piuttosto che da imbroglione —ha poi sottolineato ricordando il «tradimento» dell’alleato leghista, pur senza citarlo —. Ho sempre agito nell’interesse degli italiani. Noi ci siamo fidati sempre del popolo. Se il Movimento non credesse più nel prossimo non avrebbe più ragione di esistere. Io mi fido di te dovremmo dircelo più spesso, dovrebbe essere scritto ovunque».
Ovviamente la scelta di Luigino Di Maio avrà il suo impatto per le prossime elezioni Regionali in Campania, regione d’origine proprio dell’ex leader pentastellato.
Fonte Corriere.it