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Salerno, Ruggi. Torre cuore ha nove piani: perché proprio il terzo?

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Al terzo piano della Torre Cuore c’è l’ambulatorio di Oculistica Pediatrica diretto dal prof. Adriano Magli, un’eccellenza nel campo del trattamento delle patologie infantili dell’occhio, l’unico in Campania insieme ai colleghi del Santobono di Napoli in grado di gestire casi che portano alla cecità bambini piccolissimi. Al terzo piano della Torre Cuore c’è il centro per la procreazione medicalmente assistita diretto dal dottor Giorgio Colarieti, sostenuto e finanziato dalla Regione Campania, capace ogni anno di regalare una speranza a chi ha difficoltà ad avere figli o vuole conservare la fertilità dopo le cure antitumorali: un centro pubblico, in un’azienda ospedaliero universitario, cui il privato accreditato fa una con concorrenza fortissima.

All’ottavo e al nono piano della Torre Cuore, invece, ci sono gli uffici di rappresentanza e gli studi dei medici: spazi gemelli ed enormi, ampiamente sottoutilizzati rispetto alla congestione di altri locali nello stesso Ospedale. Quasi un lusso, viste le condizioni di altri plessi che non siano la Torre Cuore: centinaia di metri quadri con vista sul Golfo di Salerno che potrebbero essere usati diversamente.

Ma perché vi diciamo tutto questo? Perché lì, al terzo piano della Torre Cuore, il commissario del Ruggi d’Aragona, il dottor Vincenzo D’Amato, sta facendo allestire con tempi svizzeri il doppio del reparto di Cardiochirurgia, ovvero la divisione che l’atto aziendale assegna all’ex consigliere regionale Enrico Coscioni. Ovviamente, per farlo l’ambulatorio di oculistica pediatrica se ne deve andare (si pensa di spostarlo vicino alla Medicina Nucleare nonostante il rischio di radiazioni ionizzanti per piccoli pazienti e loro genitori); ed il centro anti-infertilità deve sacrificare la metà dei locali, con la conseguenza di dover rifare tutte le autorizzazioni. Ed ancora: venti infermieri vengono dirottati da altri reparti verso la divisione di Coscioni, creando carenza in Medicina Generale e forse all’Utic, mentre per il centro di procreazione assistita dorme in un cassetto il bando per due biologi-biotecnologi e stenta l’allestimento di macchine costate 500mila euro ed ancora ferme non si sa bene per quale motivo.

La domanda che vorremmo fare al commissario D’Amato se desse il suo assenso all’intervista che pubblicamente gli stiamo chiedendo da più di una settimana è semplice: perché tanta fretta e perché proprio il terzo piano della Torre Cuore per il reparto del dottore Coscioni?

Fonte LiraTv

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