Stiamo cercando di fare un atto quasi di protesta, per portare appunto alla luce questo progetto di legge che parla della assistenza sessuale, un tema molto importante da portare avanti con forza. Sono un po’ agitato come normale che sia, ma me la vivo tranquillamente, spero che potrà essere ascoltato da tante persone quello che sto facendo ora».
Sono le parole di Gianluca pronunciate nel video LovER Ability – Racconto di una (dis)obbedienza in difesa di un diritto natural. Gianluca (27 anni) ha una lesione parziale al midollo spinale a causa di un tuffo in mare che fece all’età di 15 anni. Il diritto di cui si parla è la sessualità. Il video pone l’accento sulle difficoltà che ha portato Gianluca a soddisfarla con l’unica possibilità che c’è in Italia: la prostituzione.
«Il tema sesso e disabilità è oscurato da elementi culturali, pregiudizi e stereotipi», dice Marco Maria Freddi, radicale che insieme ad alcuni ragazzi dell’associazione Frega Project ha accompagnato Gianluca nella disobbedienza raccontata nel video. Con questo evento vogliamo promuovere il dibattito, mettendo al centro la storia di una persona: non c’è modo migliore per descrivere la situazione attuale.
Spesso non siamo consapevoli delle difficoltà incontrate delle persone disabili nell’accesso alla sessualità. E se già per gli uomini è dura, per donne e omosessuali lo è ancora di più. Il risultato è la mancata previsione a livello legislativo di un’adeguata forma di assistenza».
L’obiettivo del video e della testimonianza non è solo sensibilizzare le persone ma è il primo atto di una proposta di legge regionale che Radicali Italiani e + Europa lanciano nei prossimi mesi per creare e riconoscere la figura dell’assistente emotiva e sessuale per le persone con disabilità, che venga formata e preparata in modo adeguato.
Concorde con il principio che le persone con disabilità devono godere del diritto naturale di avere una propria vita affettiva e sessuale è Anna Senatore, la prima tirocinante assistente sessuale in Italia. Anna, originaria di Salerno, vive a Ferrara, ha tre figli ed è un’operatrice olistica. È una delle 16 persone iscritte al primo corso per Oeas (operatore all’emotività, all’affettività, e alla sessualità) organizzato da LoveGiver, associazione che da anni si batte per il riconoscimento nel nostro Paese per questa figura ancora non regolamentata.
In base alla sua esperienza, Anna Senatore sostiene che il percorso di “accompagnamento” delle persone che assiste è molto complesso, soprattutto perché ci sono molti pregiudizi quando si parla di amore, sesso ed intimità.
Durante gli incontri tra l’assistente e la persona disabile si parla molto dei bisogni e si sperimenta il contatto con le mani e quello visivo, lo sfioramento, ma non si arriva mai a rapporti sessuali completi, vietati dal protocollo di LoveGiver, come del resto è proibito anche il sesso orale. È un grande errore pensare che tutto ciò possa avvenire durante un solo incontro, ma richiede un vero e proprio progetto che viene realizzato in base alle esigenze del singolo.
Infatti in certi casi, solo quando si ritiene necessario, l’assistente insegna alla persona disabile a masturbarsi. «Nell’ultimo anno ho raccolto numerose testimonianze in cui i genitori evitano o rifiutano apertamente di parlare di sessualità – afferma Anna Senatore – e non accolgono il bisogno primario, di far vivere una vita affettiva e sessuale ai propri figli, per paura che possano soffrire o sviluppare dipendenza da esperienze piacevoli».
Il rapporto dei genitori con la sessualità dei figli con disabilità è un argomento alquanto difficile e delicato che loro stessi nella maggior parte dei casi non sanno come gestire.
Fonte 27esimaora.corriere.it articolo a firma di Anna Gioria