Interverranno Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania e già esponete del PSI, Carmelo Conte, ex Ministro delle Aree Urbane, ed Enzo Maraio, segretario nazionale del Partito Socialista.
Relazionerà Andrea Marino, dell’Università di Salerno, modererà il giornalista Gaetano Amatruda.
Le conclusioni affidate a Stefania Craxi.
Il ventennale di Craxi, la Fondazione a Salerno
Craxi ed il governo delle città, il socialismo dei comuni’ è il convegno promosso dalla Fondazione Craxi nel ventennale della scomparsa dell’ex segretario del Psi.L’appuntamento è per venerdì 31 Gennaio alle ore 18 presso il Mediterranea Hotel in via Generale Clark 54, a Salerno.
12 Commenti
Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.
I commenti di questo blog non sono moderati nella fase di inserimento, ma Salernonotizie si riserva la facoltà di cancellare immediatamente contenuti illegali, offensivi, pornografici, osceni, diffamatori o discriminanti. Per la rimozione immediata di commenti non adeguati contattare la redazione 360935513 – salernonotizie@gmail.com
Salernonotizie.it non e’ in alcun modo responsabile del contenuto dei commenti inseriti dagli utenti del blog: questi ultimi, pertanto, se ne assumono la totale responsabilità. Salernonotizie.it si riserva la possibilità di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l’ora e indirizzo IP del computer da cui vengono inseriti i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Salernonotizie.it non è responsabile del contenuto dei commenti agli articoli inseriti dagli utenti. Gli utenti inviando il loro commento accettano in pieno tutte le note di questo documento e dichiarano altresì di aver preso visione e accettato le Policy sulla Privacy.
Celebrazione di un corrotto. Solo in Italia si consentono queste cose.
Continua la beatificazione pilotata dalla casta…
Mi sta ancora più sul c@77o ora.
il ventennale dalla morte di un latitante che si è sottratto alla giustizia. Misericordia per l’uomo, ma durissima critica per il politico. Conti personali svizzeri gonfi di denari provenienti da corruzione e mazzette. E non venitemi a dire che non era il solo. E’ come se un rapinatore pretendesse di non essere condannato solo perchè non si riesce ad arrestare tutti gli altri rapinatori d’Italia.
Monetine?
quanti fessi qui sopra, hanno bisogno dello spauracchio o della donna da meettere al rogo e alla quale atttribuire qualunque cosa, pure le eclissi. siete da medioevo, ma contenti voi. Vi consiglio di guardare la storia con un occhio diverso, magari dall’alto, da altra angolazione, o anche guardando a quello che è successo al momento e soprattutto dopo nella situazione politica europea e mediterranea. poi chiaramente fate quello che volete, ma per me avete idee decisamente ridotte. mi raccomando, commentate subito che io sono un corrotto complice di corrotti eh, vuol dire che avete capito proprio tutto! p.s. qualcuno sa dove sono i miliardi che avrebbe rubato? a parte supposizioni e congetture, non mi risulta che siano stati trovati.
gino il cacchio, e cosa di avrebbe fatto con quei ricchissimi conti in svizzera? gli servivano per comprarsi i datteri in tunisia? ma quand’è che provate a ragionare senza la rabbia e l’odio che vi hanno imposto? bah
il “tecnico” finora senza volto che architettò il sistema di riciclaggio subentrato a quello organizzato da Ruju. Era stato lo stesso Ruju, quando Di Pietro lo aveva messo alle corde senza troppi riguardi, a spiegare di avere svuotato i conti che sette società ombra dai nomi esotici (Wa Fo Wang, Xizang, Belling eccetera) avevano aperto alla Hong Kong & Shangai Bank per ospitare i soldi di Troielli. Tutto il denaro, raccontò l’ avvocato milanese, era stato mandato in Svizzera a un conto di transito dell’ Ubs, e da qui si era disperso in due direzioni: Vaduz, nel Liechtenstein, sui conti delle società anonime Jo Elion, Caracoal e Debeque, e Nassau, nelle Bahamas, su un conto alla filiale locale dela Banca della Svizzera Italiana. “Quel conto si chiama Ohio”, disse Ruju. Qualche tempo dopo, in un altro interrogatorio, si corresse: “Mi sono confuso, si chiama Idaho”. A indicare le destinazoni per i quattrini era stato Troielli, di cui Ruju, sfidando l’ inverosimiglianza, sostiene di non sapere che gestisse i soldi di Craxi. Ma una cosa sembra sicura: i conti cifrati di Vaduz e delle Bahamas sono anch’ essi conti di transito, utilizzati da chiunque ne avesse bisogno per far sparire nel nulla il denaro che vi affluiva.
Nel giorno del pellegrinaggio ad Hammamet con figli d’ arte, complici, coimputati, miracolati, noti ladroni o aspiranti tali (chi non è capace a rubare invidia tanto chi ci riesce), scassinatori, pali e addetti al piede di porco, ci uniamo anche noi al ricordo dell’ indimenticabile statista pregiudicato morto latitante 20 anni fa.
Purtroppo il nostro è il ricordo di chi ricorda, non di chi s’è scordato tutto o non sa nulla, come l’ intera stampa italiana, che da giorni riempie paginate su Bettino senza mai citare il bottino.
L’ inviata del Corriere sul luogo del delitto e del relitto, per dire, si domanda pensosa se Craxi fosse “latitante, come accusano gli esponenti del M5S (sic, ndr) o esule, come vorrebbe la figlia” e si risponde che “l’enigma ancora divide. Ma il tempo della damnatio memoriae può dirsi finito”.
Invece è appena cominciato, a giudicare dalla sua, di memoria, e da quella degli altri “giornalisti” all’ italiana.
Segnatevi questa data: 29 settembre 1994. Mentre il premier Silvio B. compie 58 anni, il pool Mani Pulite fa arrestare Giorgio Tradati, vecchio amico di Craxi e uno dei prestanome dei suoi conti esteri. Il 4 ottobre il pm Antonio Di Pietro lo fa deporre al processo Enimont. E il suo racconto rade al suolo la difesa di Craxi sui “finanziamenti irregolari alla politica”: “Nei primi anni 80, Bettino mi pregò di aprirgli un conto in Svizzera. Io lo feci, alla Sbs di Chiasso, intestandolo a una società panamense (Constellation Financière). Funzionava così: la prova della proprietà consisteva in una azione al portatore, che consegnai a Bettino. Io restavo il procuratore del conto il prestanome”. Lì cominciano ad arrivare “somme consistenti”: nel 1986 sono già 15 miliardi. E altri 15 su un secondo: quello che Tradati, sempre su input di Bettino, intesta a un’ altra panamense (International Gold Coast) presso l’ American Express di Ginevra. Ma stavolta c’è una variante: un conto di transito, il Northern Holding, messo a disposizione da un funzionario della banca, Hugo Cimenti, per rendere meno individuabili i versamenti. Come distinguevate – domanda Di Pietro – i bonifici per Cimenti da quelli per Craxi-Tradati? Risposta: “Per i nostri si usava il riferimento “Grain”, che vuol dire grano”. Risate in aula. Poi con Tangentopoli tutto precipita.
“Intorno al 10 febbraio 1993 Bettino mi chiese di far sparire il denaro dai conti, per evitare che fossero scoperti dai giudici di Mani Pulite. Ma io rifiutai avrei inquinato le prove E fu incaricato un altro. I soldi non finirono al partito Hanno comprato anche 15 chili di lingotti d’ oro (poi ritrovati dai giudici elvetici, per un valore di 300milioni di lire, ndr).
Craxi rimpiazza Tradati e affida i suoi conti a Maurizio Raggio, ex barista di Portofino, strano personaggio con interessi in Italia e all’ estero, fidanzato con la contessa Francesca Vacca Agusta, vecchia amica di Craxi. Raggio si precipita in Svizzera, svuota i conti e si ritrova fra le mani 40 miliardi di lire. Di Pietro sguinzaglia i carabinieri a Portofino, dove vive con la contessa a Villa Altachiara. Troppo tardi. La coppia se l’ è già svignata in motoscafo, prima a Montecarlo, poi in Messico. Cimenti intanto conferma ai pm: Raggio ha lasciato sui conti solo un milione di dollari e trasferito il resto su depositi alle Bahamas, alle Cayman e a Panama. Intanto Tradati continua a raccontare: “I prelievi dai conti svizzeri di Craxi servivano anzitutto per finanziare una tv privata romana, la Gbr di Anja Pieroni (una delle amanti, ndr) e acquistare un appartamento a New York e uno a Barcellona”.
Donne e motori. Il resto lo racconta Raggio, arrestato il 4 maggio ’95 in Messico, dal carcere di Cuernavaca. In poco più di un anno di latitanza, ha speso 15 miliardi su 40. Il resto, l’ ha riportato a Craxi, latitante ad Hammamet, che gli ha detto come e dove spenderlo. La sua deposizione verrà autenticata dal Tribunale e dalla Corte d’appello di Milano, nelle sentenze del processo All Iberian confermate dalla Cassazione (Craxi e B., condannati in primo grado e prescritti in appello). Ecco quella d’ appello: “Craxi dispose prelievi sia a fini di investimento immobiliare (l’ acquisto di un appartamento a New York), sia per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tivù (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di 100 milioni di lire Dispose l’ acquisto di una casa e di un albergo (l’ Ivanhoe, ndr) a Roma, intestati alla Pieroni”. Alla quale faceva pure pagare “la servitù, l’ autista e la segretaria”.
A Tradati diceva sempre: “Diversificare gli investimenti”. E Tradati eseguiva, con varie “operazioni immobiliari: due a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile”. Senza dimenticare gli affetti familiari: una villa e un prestito di 500 milioni per il fratello Antonio (seguace del guru Sai Baba) bisognoso di soldi per una mostra itinerante e una fondazione dedicate al santone indiano. Intanto il Psi è finito in bolletta per l’esaurimento delle mazzette e prima il tesoriere Vincenzo Balzamo, poi i segretari Giorgio Benvenuto e Ottaviano Del Turco, non sanno più come pagare i dipendenti. Ma Craxi se ne infischia e tiene tutto per sé. Poi vengono le spese di Raggio: 15 miliardi per “il mantenimento della sua detenzione” in Messico e la latitanza in Centroamerica con la contessa e certe distrazioni piuttosto care: 235.000 dollari “per un’ amica messicana”; e una Porsche acquistata a Miami.
Case, aerei e Bobo. Il resto rimase nella disponibilità di Craxi, che da Hammamet commissionò a Raggio alcune spesucce: l’acquisto di “un velivolo ‘Citation’ del costo di 1,5 milioni di dollari”, l’ estinzione di un “mutuo personale” acceso da Raggio (circa 800 milioni di lire), le parcelle degli avvocati e una raffica di “bonifici specificatamente ordinati da Craxi, tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti”: 100.000 dollari al finanziere arabo Zuhair Al Katheeb; 80 milioni di lire alla Bank of Kuwait Ltd “in pagamento del canone relativo a un’ abitazione affittata dal figlio di Craxi in Costa Azzurra”.
Il povero Bobo – spiega Raggio – “aveva affittato una villa sulla Costa nell’ ottobre-novembre 1993, per sottrarsi al clima poco favorevole creatosi a Milano”. Dunque, conclude il Tribunale, i conti di Craxi servivano “alla realizzazione di interessi economici innanzitutto propri” e “Craxi è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’ apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari, così da mettere in difficoltà lo stesso Balzamo Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti, se non per soccorrere finanziariamente Gbr, in cui coltivava soprattutto interessi ‘propri’”. E, da vero uomo d’ affari, “si informava sempre dettagliatamente (con Tradati, ndr ) dello stato dei conti esteri e dei movimenti sugli stessi”.
I tesori nascosti. Le rogatorie dalla Svizzera confermano che Tradati non mente. E dimostrano che sui conti di Craxi, nel 1991, mentre l’ amico Bettino imponeva la legge Mammì scritta su misura per la Fininvest, Berlusconi bonificava 23 miliardi di lire in più rate tramite la società occulta All Iberian. Nessuna risposta, invece, avranno le rogatorie del pool sugli altri tesori di Craxi: quelli gestiti da altri tre prestanome – Gianfranco Troielli, Mauro Giallombardo e Agostino Ruju – su conti e società fantasma fra Hong Kong, Singapore, Bahamas, Cayman, Liechtenstein e Lussemburgo. Tutti miliardi rimasti inaccessibili, almeno ai giudici. Chissà mai chi ci campa a sbafo da 26 anni.
Il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2010
X st’art rek
A difesa dell’indifendibile. Seguiti il tuo convegno e non rompere le palle a chi la pensa diversamente.
Grande Ivano…
Un onesto non sarebbe fuggito…
Questa é la conditio!
X i fanatici a me basta sapere che i suoi figli campano da signori senza avere mai lavorato…
10:34 e 10:37, stessa persona: quanti fessi presi in giro che ancora stanno in giro, a partire da quello dello sproloquio copiaincollato che non risponde a nulla, ancora meno alla domanda: dove stanno i presunti soldi rubati? contenti voi. I figli lavorano in vari settori e non hanno nessuna vita da mantenuti di lusso, lusso per altro che non hanno in alcun aspetto. I soldi rubati da craxi per uso personale non esistono, tutta la sua vita è perfettamente giustificabile con i lavori di estremo rilievo che ha svolto. Una casa in tunisia quarant’anni fa non costava che pochi spiccioli. Continuate ad essere i soliti plagiati e a non ragionare con la vostra testa, facendo stupidissimi copia incolla che non dimostrano alcunché.
Ivano e Coins: ahhaahahh che ingenuotto che sei, tu e tutti quelli del “deve farsi processare”.. siete patetici nella vostra ingenuità, perchè non vi è mai capitato nulla, un procedimento giudiziario pure per una semplice cartella esattoriale richiesta e da voi già pagata.. quando vi accadrà, e ve lo auguro, ne riparliamo (se ne uscite vivi)
Ivano: i soliti tifosi che non sanno guardare la storia dall’alto e con distacco. non si tratta di difendere o attaccare, ma di capire, so che per molti purtroppo è cosa complicata, è più semplice bersi la verità imposta e tornare a guardare la partita in tv no?
X st’art rek
Ma tu ci sei o ci fai. Probabilmente sei solo uno di famiglia che non può palesarsi più di tanto. In fondo in fondo ti compiango.
Ivano, la prova del pregiudizio che pervade la tua essenza: non sai nulla di me, e solo per ilfatto di dire cose diverse dalle tue (completamente infondate), dai per scontato che io sia uno della famiglia! puro pregiudizio il tuo! quindi immaginate cosa può portare questo tuo /vostro modo di “pensare” riguardo argomenti come la politica internazionale degli ultimi 50 anni.. ma dove vogliamo andare, con vgente che sragiona per pregiudizio come ivano, senza um minimo di capacità di intendere e di critica oggettiva. Tipica pecora che ha bisogno di un lupo di cui avere paura e un mostro da combattere, poco importa se è il mostro sbagliato o se è solo uno tra cento: a lui sta bene così, la sua verità da caverna. pena per voi.
il dato di fatto: non esistono allo stato attuale i soldi rubati da craxi, solo supposizioni su dichiarazioni di terze e quarte persone coinvolte anch’esse e quindi di parte. Ora io dico che ho pagato una tangente per Ivano, passando da Giulio sul conto svizzero di Mario. I soldi, DI FATTO, non ci sono, la magistratura NON LI HA, ma Ivano è un delinquente! ti piace il TUO ragionamento?! condoglianze per il vostro intelletto andato perduto. ma siete ancora in tempo per svegliarvi