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Panico contagio Coronavirus: in Cina cani e gatti gettati da finestre palazzi

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Un cane è stato trovato morto dopo essere stato gettato da un palazzone nell’area del giardino Heyuan Guohe della città di Tianjin, nella provincia cinese di Hebei. I media locali riferiscono che il cane è stato lanciato dai piani superiori di un palazzone alle 4 del mattino e che ha sfasciato il tettuccio apribile di un’auto prima di finire a terra. I report affermano che il frastuono del cane che ha colpito l’auto simile ad un’esplosione di pneumatici ha svegliato il vicinato. Hanno quindi scoperto il corpo steso a terra con il suo sangue che aveva sporcato la pavimentazione stradale. Il proprietario del cane non è stato identificato, mentre il proprietario del veicolo è in attesa che la polizia lo scopra per poter identificabile il responsabile al fine di un risarcimento per i danni arrecati alla macchina. Sembrerebbe che il cane sia stato gettato dall’ edificio presumibilmente a seguito di una voce sul virus. Alcuni media asiatici affermano anche che cinque gatti sono stati uccisi nella città di Shanghai, con la gente del posto che credeva che fossero animali domestici perché avevano il pelo liscio e pulito. Il loro proprietario non è stato identificato. Le uccisioni sarebbero arrivate dopo che il dottor Li Lanjuan avrebbe dichiarato in un’intervista alla China Central Television: “Se gli animali domestici entrano in contatto con pazienti sospetti, dovrebbero essere messi in quarantena”. Tuttavia, secondo quanto riferito da un media locale, Zhibo China, le sue parole sono state modificate in “cani e gatti possono diffondere il coronavirus”. La voce si è diffusa rapidamente poco dopo che Zhibo China l’ha pubblicato sulla piattaforma social media Weibo. L’account ufficiale Weibo di China Global Television Network ha cercato di mettere fine alla voce. “Non ci sono prove che dimostrino che animali domestici come cani e gatti possano contrarre il nuovo coronavirus”, ha dichiarato oggi l’Organizzazione mondiale della sanità in una delle sue risposte alle preoccupazioni delle persone sul recente scoppio del virus. L’organizzazione ha suggerito di lavarsi le mani con acqua e sapone per impedire la trasmissione di altri germi tra uomo e animale ”. Tali affermazioni parrebbe non siano state sufficienti per alcuni sconsiderati. Keith Guo, un addetto stampa della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) in Cina una delle più grandi organizzazioni no-profit a sostegno dei diritti degli animali ha affermato: “Speriamo che la polizia possa trovare al più presto i killer a sangue freddo di quei poveri animali. In effetti, sono le fabbriche sporche, i macelli e i mercati della carne che minacciano la salute di ogni essere umano sul pianeta fornendo un terreno fertile per malattie mortali come il coronavirus, la SARS, l’influenza aviaria e altro ancora”. Insomma, nonostante la diffusione di ripetuti inviti alla calma da parte delle autorità e i tentativi di evitare ondate di panico, purtroppo ignoranza e congetture la fanno da padrone in una crisi sanitaria che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche grazie ai mezzi d’informazione può essere arginata.
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