“In merito alle vicende che stanno interessando negli ultimi mesi la casa di cura Villa dei Fiori, a seguito anche degli ultimi appelli lanciati dagli operatori della casa di cura al fine di salvaguardare la continuità terapeutica che pare sia interrotta per effetto della mancate autorizzazione agli inserimenti/rinnovi da parte della ASL, come Sindaco mi preme sottolineare come questo episodio rappresenti uno spaccato di quanto si sta vivendo sempre più intensamente nel nostro territorio rispetto alla lunghezza delle liste d’attesa che riguardano sia i centri di riabilitazione ex art. 26 , servizi a carattere sanitario, che i centri diurni a carattere socio-sanitario, a cui si viene ammessi a seguito di UVI condivisa con i servizi sociali dei comuni e il piano di zona”.
Come Sindaci, siamo costantemente oggetto di sollecitazioni da parte degli utenti, rispetto al blocco dello scorrimento delle liste d’attesa che non consentono la fornitura delle necessarie prestazioni agli utenti.
Altrettanto, viene demandata all’utente ogni libertà sulla scelta delle terapie rendendo, in assenza di informazioni certe e di coordinamento da parte della ASL, tale libertà praticamente inutile, considerato che spesso gli utenti sono incapaci di orientarsi tra le strutture e la loro offerta e più che prenotare un trattamento, scommettono su liste d’attesa che con più o meno probabilità lasciano immaginare di accorciare i tempi di intervento, che rimangono comunque lunghi e non idonei al tempestivo intervento previsto dalle cure prescritte.
In un recente incontro svoltosi all’ASL Salerno sull’attuazione della recente DCA 594/2019 per l’autismo, il nostro Comune, in rappresentanza dell’Ambito, ha sollevato tale criticità agli organi direzionali presenti, afferenti in particolare all’Area salute mentale, i quali hanno tuttavia negato l’esistenza di liste d’attesa, dichiarando soddisfatto il fabbisogno terapico del DS 60.
Credo, pertanto, che sia più che opportuno aprire un tavolo di confronto anche con i Sindaci del distretto, anche nella loro qualità di autorità sanitaria, al fine di affrontare definitivamente i nodi del blocco delle prestazioni terapiche sia riabilitative che diurne che di fatto lasciano senza terapie e in condizioni di peggioramento progressivo molti utenti di tutte le età.
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