Considero i libri dei compagni. Mi hanno sempre accompagnato lungo i percorsi della mia vita, professionali e non. I libri fanno casa; quando viaggio ne porto sempre qualcuno in più di quelli che il tempo mi permetterebbe di leggere.
Quelli sfogliati lontano da casa completano le emozioni di un viaggio e diventano anche essi memoria di un’esperienza. Ricordo di aver letto per tutta una notte, sul ponte della nave che mi portava da Atene a Kios, L’amante di Lady Chatterley.
David Herbert Lawrence, Connie, Oliver Mellors, fanno ancora oggi parte dei ricordi di quel viaggio e mi restituiscono i profumi, i suoni, le emozioni di quei giorni.
Pensiero dopo pensiero mi vengono in mente le biblioteche che ho avuto l’opportunità di visitare e che mi hanno affascinato, poi mi viene la curiosità di conoscere quelle che sono universalmente considerate le più interessanti. Vado su Google e scrivo: “Biblioteche più famose al mondo” e, come sempre, questo genio invisibile, in un attimo, mi elenca una lista delle dieci biblioteche storiche più popolarli al mondo”.
La prima cosa che faccio è contare quante ne ho visitate: 3 su dieci: la biblioteca del Clementinum a Praga, la Biblioteca Joanina del complesso Universitario di Coimbra, La New York Public Library, le altre sette diventano subito un obiettivo.
Leggo l’articolo assaporando un mondo che mi piace, fatto di ricerca, viaggi, opere d’arte, emozioni; rimango affascinato dall’immensità del patrimonio artistico di questo pianeta poi mi allontano con la mente. Mi ritrovo tra le vie di Praga. Entro nel Clementinum, il secondo complesso architettonico più grande della città, dopo il Castello.
In origine era la sede dell’istituto gesuita e dell’università. Visito le parti in cui è permesso l’accesso, ma mi sento appagato solo quando entro nella biblioteca. È tra le sale barocche più belle al mondo. Una luce tenue rende l’atmosfera ancora più affascinante. La leggenda racconta che i gesuiti, quando iniziarono a costruire la biblioteca nel 1622, avessero un solo libro, ora ne conserva circa ventimila. È particolarmente famosa per i suoi spettacolari affreschi e per i preziosi e rari globi dorati. Rimango con il fiato sospeso mentre ammiro ogni suo angolo.
Esco dal Clementinum, attraverso il ponte Carlo e raggiungo il quartiere di Malà Strana. Mentre imbocco via Neruda, mi ritornano alla mente le parole di un amico che ha vissuto per lungo tempo Praga. Mi ha raccontato che la sera del sabato è impossibile trovare un taxi perché nessuno esce con la propria auto in modo da poter bere liberamente alcol. Mi soffermo a pensare.
Il consumo di alcol rappresenta un problema rilevante, responsabile in Europa del 3,8% di tutti i decessi. Secondo il rapporto del progetto europeo Alcohol Measures for Public Health Research Alliance, nella Unione Europea un decesso su 7 uomini e un decesso su 13 donne è attribuibile al consumo di alcol, che è associato, direttamente o indirettamente al rischio d’insorgenza di oltre 200 condizioni patologiche, inclusi numerosi tipi di cancro. Drammatici sono poi i dati associati al binge drinking (consumo di generose quantità di bevande alcoliche in un breve arco di tempo), molto diffuso tra gli adolescenti.
È uno tra i principali fattori di mortalità prematura, a causa delle correlazioni dirette con gli incidenti stradali. Circa un milione di minori di 18 anni ricevono e consumano bevande alcoliche disattendendo le linee guida per una sana alimentazione che impongono consumo zero al di sotto dei 18-20 anni. Sono dati inquietanti che sollecitano interventi importanti in termini di prevenzione.
Ritorno ad ammirare la città. Risalgo via Neruda, ho come meta un’altra biblioteca, quella del Monastero di Strahov. È una delle biblioteche storiche più preziose e meglio conservate che abbia visitato, la sua collezione è composta da circa 200.000 volumi. I soffitti delle sue sale sono dominate da splendidi affreschi realizzati da Siard Nosecký e Anton Maulbertsch.
Esco soddisfatto e mi riporto su via Neruda, entro in una libreria dove acquisto gli scritti di Jan Neruda scrittore ceco al quale il più famoso Pablo Neruda si ispirò quando scelse il proprio nome da artista, quindi riprendo la strada. Cammino lentamente scattando fotografie ad ogni angolo e mi inebrio delle atmosfere del viaggio.
di Vincenzo Capuano