Inzaghi non va a caccia di rivincite, ma mette i puntini sulle i… : “Parto sempre da un concetto. Senza giocatori forti, nessuno fa miracoli. Noi allenatori dobbiamo avere un ottimo presidente, un ottimo direttore e un gruppo straordinario. Qui funziona tutto a meraviglia. Si lavora con il cuore, mi auguro che tutto questo si veda in campo”. Miglior attacco del campionato che sta dominando. Ovviamente una grande soddisfazione dopo qualche amarezza. “Una squadra che fa gol è importante. Noi in Italia siamo bravi ad affibbiare etichette. Anche a Venezia abbiamo vinto la Lega Pro con tanti punti di distacco. Il calcio dimentica facilmente, e anche le cose negative, fortunatamente, vengono portate via. Forse sbaglio a non vendere bene il mio prodotto, ma non mi interessa. Dal calcio ho avuto tutto, alleno questi ragazzi con gioia e mi fa piacere vederli correre a 2000 all’ora”.
“Benevento è una isola felice. Prima o poi incontreremo difficoltà ma so che avremo vicino il Presidente che è un papà appassionato. Siamo contenti si regalargli questa soddisfazione. Io ho un rapporto particolare con il direttore Pasquale Foggia che mi ha fatto sempre sentire importante, anche quando ho avuto mesi difficili. Ho un aneddoto su Vigorito: ha voluto dare il premio alla squadra anche se non abbiamo vinto con la Salernitana. Ha visto l’impegno. Un gesto che vale più di mille parole”.
Si nomina Inzaghi ed è subito derby che mette di fronte due signori centravanti come Ibra e Lukaku. “Purtroppo giocheremo alla stessa ora e sarà strano non poter vedere una partita che mi ha dato tanto negli anni precedenti. I centravanti sono i più rappresentativi ma l’Inter sta facendo qualcosa di importante. Non avevo dubbi conoscendo Antonio. Ibra ha dato tanto al Milan, ne ero convinto. Non avrebbe accettato se non si fosse sentito al 100%. Non ama perdere, sapevo che avrebbe portato mentalità e sgravato di responsabilità un gruppo giovane. Quelli accanto a lui sono cresciuto. Sarà un bel derby se vince il Milan sono contento”.
Lo svedese è un attaccante che può sfatare il tabù, anche se la “nove” è di Pippo Inzaghi: “Sfatiamo questo tabù.La “9” giustamente non è stata ritirata, la prenda Ibra ha le spalle larghe per poterla indossare. Giocare accanto a lui è incredibile. Non ho potuto giocare accanto a lui perché mi ruppi il crociato. Sarebbe stata una manna per me. Il Milan è ancora in tempo per rientrare in Europa anche se per tornare ai fasti di un tempo ci vorrà tempo e pazienza. So che non è facile, i tifosi del Milan sono abituati a cose belle e importanti, ma è un pubblico che sta vicino alla squadra”.