Tra il 2018 e il 2019 lo spreco di cibo reale in Italia era stato calcolato in 15 miliardi. Di questi, quasi 12 risultavano sprecati nelle case per un totale di oltre 2 milioni di tonnellate di alimenti buttati (all’incirca 37 kg a testa), in primis frutta e verdura fresche, pane, formaggi e latticini. Il resto si perdeva nei campi (7,8%), nell’industria (6,5%) e nella distribuzione (7,4%).
Il Rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg è stato presentato il 5 febbraio in occasione della settima Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che quest’anno è stata celebrata nel segno della prevenzione degli sprechi per la salute dell’ambiente e dell’uomo con lo slogan “Stop food waste, feed the planet”.
Dallo studio, basato sullo spreco percepito, risulta che nel 2020 il costo settimanale medio a famiglia dello spreco si attesta sui 4,91 euro per un totale di circa 6,5 miliardi (contro i 6,6 euro settimanali e 8,4 miliardi complessivi del 2019). Dunque se è vero che sullo spreco c’è ancora tanto da fare, è vero anche che le cose vanno migliorando.
Nel 2014 un italiano su due dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno. Nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente. Accanto alla crescente consapevolezza dei consumatori (7 italiani su 10 ritengono ci sia una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo) e alle buone pratiche messe in atto da ognuno di noi, lo spreco si riduce anche grazie al proliferare di iniziative e dei progetti che promuovo la lotta allo spreco di cibo, che permettono di recuperare le eccedenze o che inventano come riutilizzare gli scarti.
Lo spreco alimentare resta una problematica importante, ma fortunatamente comincia a scemare l’idea che siano prevalentemente gli altri a doversene occupare, a partire dalle scuole che pure svolgono il delicato compito di contribuire a educare e sensibilizzare ad una cultura più sostenibile, anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale dell’alimentazione.
Fortunatamente, cresce sempre più il senso di responsabilità individuale e collettivo e aumenta la nostra consapevolezza. Una maggiore disciplina ed una migliore organizzazione possono davvero aiutarci a fare la differenza. Un’opportunità che, direi, non va assolutamente sprecata.
di Tony Ardito