e cose si complicano di più proprio in questo periodo, in cui ci avviciniamo al picco dell’influenza stagionale. Gli ultimi dati della sorveglianza epidemiologica Influnet dell’Istituto superiore di sanità ci dicono che il numero dei casi stimati per la settimana che va da 27 gennaio al 2 febbraio è pari a 795mila. Mentre dall’inizio della sorveglianza siamo arrivati a quota 4 milioni e 266 mila. In generale, è quindi certamente più probabile prendersi l’influenza anziché il nuovo Coronavirus.
Le uniche condizioni di rischio legate alla possibilità di aver contratto l’infezione cinese sono: esser stati in Cina o aver avuto contatti con persone con infezione accertata. In ogni caso, qualora dovessero comparire febbre o disturbi respiratori, considerato che in questo momento si è nel periodo di massima circolazione dell’influenza stagionale, è opportuno rivolgersi al medico curante, specifica l’Istituto di sanità.
LE INFORMAZIONI
Qualora si sia stati esposti ai fattori di rischio legati al Coronavirus – esser andati in Cina o esser entrati in contatto con una persona contagiata – è possibile contattare il numero telefonico 1500, messo a disposizione dei cittadini dal ministero della Salute per avere risposte da medici specificamente preparati e ricevere indicazioni su come comportarsi.
Per l’influenza stagionale, quella quindi che è molto più probabile che colpisca in questo periodo, l’unica cosa che possiamo fare è stare a riposo e ricorrere ai farmaci di automedicazione per controllare i sintomi.
«Il primo comportamento corretto da assumere è quello di non fare gli eroi, ricorda Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.
«Evitare, ad esempio, di fare sforzi fisici in caso di influenza, perché riduce le difese immunitarie e si è più esposti al rischio di complicanze. Lato farmaci di automedicazione – continua – è importante utilizzarli in modo responsabile, leggendo sempre il foglietto illustrativo. Mai, ad esempio, esagerare nelle dosi per azzerare completamente i sintomi dell’influenza. I farmaci di automedicazione vanno presi per tenere sotto controllo i sintomi durante il decorso della malattia».
Per la febbre, ad esempio, Semplicemente Salute (www.semplicementesalute.it), il portale di Assosalute, suggerisce gli antipiretici nei casi in cui si superano i 37,8 gradi. Tra questi, il paracetamolo ma anche l’acido acetilsalicilico che fanno parte della categoria dei Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) ed agiscono direttamente sul centro di regolazione del calore che si trova nel sistema nervoso centrale.
La loro azione è molto rapida, secondo gli esperti, e comporta un calo della temperatura corporea con abbondante sudorazione. Questi farmaci possono essere assunti anche più volte al giorno, se si presenta la necessità di far scendere la temperatura, sempre leggendo le indicazioni del foglietto illustrativo. È bene assumerli a stomaco pieno.
Invece, l’errore più comune, ma anche quello da evitare, è quello di lasciarsi prendere dal panico e andare subito al pronto soccorso. «Anche se non è un comportamento rischioso per la propria salute, si rischia di intasare il servizio e infettare gli altri – dice Pregliasco – È fondamentale assumere dei comportamenti di responsabilità sociale ed evitare il più possibile di contagiare altri soggetti.
Per salvaguardare la propria salute, è importante evitare gli sbalzi termici – prosegue – e riposare molto. Anche usare male i farmaci va assolutamente evitato, soprattutto nel caso di antibiotici: qui è importante non fare autoprescrizione ma utilizzarli solo ed esclusivamente prescrizione medica».
IL SOSPETTO
Infine, per evitare il panico da coronavirus si raccomanda ancora di vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Non è troppo tardi. «Consigliamo ai pazienti di proteggersi per ridurre al minimo i falsi allarmi per il coronaviru», dice Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia. «Si è ancora in tempo per evitare almeno la coda dell’influenza con il vaccino e quindi per evitare di preoccuparsi inutilmente e di sospettare erroneamente di esser rimasti infettati da coronavirus», conclude.
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