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Sanremo ha vinto solo la canzone (di Claudio Tortora)

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Settantesima edizione di Sanremo. Una edizione piena di cose troppe, come accade da un bel po’ !!!!!! Dobbiamo convincerci che tra una gradevolissima partecipazione di Tiziano Ferro, un amarcord di Albano  una presenza  di grande classe e bravura  di Ranieri, una esasperata  rievocazione del femminicidio, in mezzo c’è di tutto e di più.

Cantanti non cantanti, affabulatori di note e testi, esasperata ricerca della sorpresa che sia la parolaccia o sia un costume di pelle orrido, senza parlare del gossip che pure ha sempre fatto parte di questa manifestazione, ma molto più di lato.

Poi come un lampo, una canzone  che brilla di luce sola come quella di Diodato accompagnati dalla semplicità  di altri brani cantati con massima sobrietà e semplicità dai giovani di Sanremo.

Ci si chiede: in questo grosso carrozzone che faticosamente viene portato avanti, dove c’è di tutto e di più, imbottito e farcito  fino all’inverosimile  da cantanti affermati  che veramente hanno rappresentato  quell’eccesso, di cui si poteva fare a meno, compreso un grosso budget economico, giusto per giustificare la scarsa qualità della proposta artistica dei tanti illustri sconosciuti  concorrenti , improvvisamente diventati BIG …….

Possibile che a nessuno venga in mente che forse e senza forse, manca la cosa più importante cioè la canzone italiana? Canzone che viene poi usata e rispolverata nella serata dove si cantano i vecchi successi  e si sentono  le melodie di una volta, che veramente ricordano la canzone Sanremese quando si sentono,perché anche qui sono stati capaci di rovinare  i brani bellissimi di una volta.

Oppure bisogna aspettare le reunion dei Ricchi e Poveri, per ricordarci quali erano le armonie italiane. Semplici, orecchiabili da subito, che non ammiccavano agli americani, agli inglesi, al jazz  o al blues, al rock, ma  esclusivamente alla canzone italiana,  che melodicamente aveva una sua cifra

Qualcuno ci darà del nostagico, ma non è una questione di tempo, ripeto, è una questione di cifre. La cifra di Sanremo resterà la bella musica orecchiabile  che fa fischiettare il motivo, oppure che colpisce  ed emoziona. Non è difficile far ritornare quelle atmosfere, basta volerle e non puntare su altro.

Ne è sufficiente ricordare ogni anno di record di share che superano il 50%, così è stato fatto oggi, come in altre edizione, dove sembrava che Bonolis, Conti e Baglioni avessero fatto i grandi record…..le bufale che ci raccontano in ben sei ore di messa in onda  !

Inutile cercare di difendersi dai talent, quelli appartengono all’oggi. All’esasperata voglia tutta americana ed inglese di scoprire nuovi talenti  ,visto che a livello internazionale queste nazioni non avevano una Sanremo conosciuta nel mondo, nè la tradizione della canzone italiana. Allora basta evitare di guardarsi intorno ,ma osservare bene le origini di questo evento mondiale che tutti ci hanno invidiato per anni .

Recuperiamo il nostro stile ,e non svendiamo il nostro made in Italy, come abbiamo fatto per la moda, per le autovetture, ci resta soltanto  solo la gastronomia  che, nonostante i vari insediamenti di cinesi, giapponesi ed americani resiste ancora. Almeno a tavola non dimentichiamo di essere primi della classe. Dovremmo farlo anche in altri settori e ricordarci perché veramente Sanremo è Sanremo !

di Claudio Tortora

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