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Coronavirus, la virologa Capua: “È una pandemia. La popolazione mondiale non ha anticorpi di difesa”

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La virologa Ilaria Capua torna a parlare dell’emergenza Coronavirus Covid-19, che ha fatto finora più di 1700 morti, tra cui il primo in Francia, e centinaia di migliaia di contagi. Nelle ultime ore si è diffusa la notizia che l’infezione è arrivata per la prima volta in Africa, precisamente in Egitto, dove è stato confermato il primo caso positivo. Ma l’esperta, che attualmente insegna e fa ricerca presso il One Health Center of Excellence in California, non sembra assolutamente sorpresa da questa situazione. “Il virus si diffonde – ha detto parlando al Corriere della Sera -. Lo scrive Ida Artico su FanPage.it

Il caso francese è comprensibile perché si tratta di una persona anziana, più fragile nei confronti del virus. Quello che più preoccupa è l’Africa, a partire dal Cairo che è una megalopoli con milioni di persone, a volte nemmeno censite. E poi tutto il continente dove buona parte della popolazione è povera, malnutrita, già soffre di altre malattie infettive come la malaria, la tubercolosi o le infezioni da Hiv (il virus dell’Aids) che la rendono più fragile”

Quando si parla di Coronavirus Covid-19 è corretto parlare di pandemia. “La popolazione del pianeta – ha spiegato ancora la virologa – non ha anticorpi di difesa contro questo virus nuovo. E probabilmente le eccezionali misure di contenimento dell’infezione in Cina non impediranno al virus di uscire, volta per volta, e di fare il giro del mondo”. Tuttavia, proprio la Cina ha fatto, secondo l’esperta, un ottimo lavoro fino a questo momento per quanto riguarda le misure messe in atto per contenere i rischi di contagio.

“Ha fatto uno sforzo “erculeo” – ha aggiunto -, tenendo conto del contesto dove si è sviluppata questa epidemia. In una città come Wuhan, con undici milioni di abitanti, moltissimi studenti, con un sistema sanitario pubblico non sempre all’altezza di una simile emergenza, dove ci sono sacche di povertà estrema e dove la medicina scientifica è affiancata da quella tradizionale cinese. Il contenimento è stato efficacissimo: nessun Paese avrebbe potuto fare tanto”.

Capua mette poi in guardia anche su un altro fenomeno, quello della pesta suina, che dovrebbe preoccupare anche l’Italia al pari del Coronavirus: “Il problema – ha concluso Capua – sono gli squilibri che si creano fra uomo e ambiente. Ovunque. In Cina, ma anche in Africa per dire. Pensiamo all’Aids: il virus arrivava dalle scimmie e ha contagiato l’uomo. E il virus Ebola è emerso dagli animali per via delle deforestazioni e ha raggiunto l’uomo. La salute è circolare”.

Già in una intervista rilasciata a Fanpage.it prima che l’emergenza Coronavirus raggiungesse i numeri e la dimensione attuale, la virologa aveva dichiarato che l’epidemia avrebbe fatto il giro del mondo, che “ci sarebbe costata tantissimo e che potrebbero esserci in realtà molti più infetti di quanto non si creda”.

Intervenendo alla trasmissione di La7 “L’Aria che tira” aveva poi chiesto all’Italia di fare attenzione facendo un appello al mondo imprenditoriale affinché le aziende comincino a pensare al telelavoro come soluzione per controllare i contagi e le nuove, possibili infezioni.

Fonte FanPage.it

 

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