L’ex della Lazio si è toccato il bicipite femorale della coscia sinistra che si è probabilmente stirato. Una tegola non da poco per Ventura che aveva puntato molto sul calciatore in queste settimane e che contro il Chievo non avrebbe nemmeno dovuto esserci per poter rifiatare dopo i problemi alle gambe riscontrati sul finire di gara del match contro il Trapani.
La Salernitana perde le ali: ko per infortuni Cicerelli e Lombardi
Oltre al danno la beffa verrebbe da dire. Oltre alla sconfitta subita contro il Chievo al “Bentegodi” si materializza la “maledizione esterni” per la Salernitana che dopo l’infortunio accorso ad inizio primo tempo a Cicerelli (contusione al ginocchio) rischia di perdere uno dei protagonisti della risalita dei granata in classifica. Al 67esimo infatti Cristiano Lombardi (che aveva sostituito il collega di reparto) è stato costretto a lasciare il campo in barella dopo essersi accasciato sul prato in seguito ad un contrasto.
7 Commenti
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Ventura ha distrutto con l’avallo della società le uniche possibilità che avevamo. Finisce qui a la rincorsa dei granata.
Orgoglioso ma non dire min…!!!
È quello che, puntualmente, accade quando hai un organico numericamente risicato o con sostituti non all’altezza dei titolari: giocano sempre gli stessi, si affaticano e, alla fine, si fanno male, perché iperstressati muscolarmente.. ringraziamo sempre questa indecente società
Caro orgoglio in primis siamo ancora quinti..Poi mi spieghi ventura cosa ha distrutto con l avallo della società???cosa c’entra l avallo della società????
Io direi è “quello che puntualmente accade quando la Salernitana perde”…escono fuori i tastieristi!!!Anonimo delle 8.36 tu come tanti altri aspettate una sconfitta per andare contro la società…ma tu conosci qualche altra società(decente) disponibile a farci fare un campionato di serie B migliore di questo??? proponi.. sentiamo!!!!?
x Angelo: caro Angelo, io non aspetto nessuna sconfitta, né tantomeno sono un tastierista. Seguo la Salernitana, ogni santa domenica/sabato /lunedì /mercoledì che sia da più di 20 anni e sarei il primo ad essere non felice, all’ennesimo cielo, se la Salernitana raggiungesse la promozione in massima serie, la categoria che, per la passione della piazza che siamo e che a ciascun granata vero ribolle dentro fin da bambino, questa città e questa Provincia meriterebbero. Il punto è che la passione non deve però mai diventare cieca, e sempre richiede di accompagnarsi con la ragione. La ragione mi dice che questa società, dal ritorno in serie B in avanti, ha smesso di programmare, di progettualizzare nell’esclusivo interesse della Salernitana ed i risultati degli ultimi 4 anni ne sono lo specchio lampante: due salvezze sanguinose ai play-out, una salvezza più tranquilla, un campionato mediocre di metà classifica; a questo si aggiungono i fatti e gli atteggiamenti che, in copia-incolla, si sono reiterati ogni singolo anno: assenza di patrimonializzazione del parco giocatori; squadre costruite sempre all’ultimo e incomplete, infarcite di doppioni in alcuni reparti e con carenza strutturali in altri ruoli mai colmate durante l’anno; assenza di strutture di proprietà (pur previste dal bando comunale di 9 anni fa); assenza di un settore giovanile competitivo; totale dipendenza finanziaria dalla Lazio; assenza di un nucleo di giocatori che costituissero l’ossatura di squadra dal quale ripartire e da rimpinguare di anno in anno (giocatori di proprietà talentuosi, che potessero aprire un ciclo con la nostra maglia); infinita mobilizzazione di tecnici e di giocatori in prestito, molto spesso mediocri, tornati alla base a fine anno con la necessità di dover ogni stagione rifondare; svalutazione di giocatori talentuosi all’atto di vendita (Donnarumma, Cicerelli, Coda) e ipervalutazione di brocchi o di giocatori finiti all’atto di acquisto e di sigla dell’ingaggio (Foggia, Calaiò, Rosina, Cerci, Billong, Schiavi ecc.); enorme mole di giovani laziali o fuori rosa sempre in quota Lazio passati per di qui, svezzati, rivalutati economicamente e ripartiti; l’impossibilità di poter fare acquisti di un certo peso se prima non prelevati dalla Lazio; l’ambigua questone della multiproprietà irrisolta; il senso di appartenenza di una piazza che va scemando perché non si riesce pienamente ad identificare in quella che appare essere, sempre più, la succursale di un’altra squadra; il tutto infarcito di continue e continue offese alla città e alla storia, rinfacciamenti, minacce, comunicati e promesse disattese, divisioni cercate e volute. Se tutto questo già non bastasse, ciliegina sulla torta il non aver rinforzato a gennaio una squadra che (vista anche la mediocrità assoluta di questo campionato) avrebbe necessitato di giusto 2 colpi di valore per poter seriamente ambire al secondo posto e quindi alla promozione diretta. Io non conosco imprenditori, non è mio compito proporli ad una società che si è sempre detta (a chiacchiere) disponibile a cedere ma che, di fatto, non ha mai voluto stabilire neanche un congruo prezzo di vendita; so solo che, con una simile gestione di tutto l’ambiente e di tutto ciò che orbita nell’universo Salernitana, un salto di qualità non lo faremo mai. Ti saluto, perdonami per il “poema” scritto
Caro Anonimo delle 17.49 mi dici che segui la Salernitana da più di 20 anni contesti a questa società per programmazione, vivaio,patrimonializzazione del parco giocatori,pregettualizzazione, salvezze ai play out, prestiti, campionati mediocri,assenza di strutture ecc ecc…ma tu negli anni addietro hai contestato le precedenti società visto che abbiamo visto fallimenti, serie C e nulla di quello che pretendi da questa società??congruo prezzo ??per fare il prezzo ci deve essere sempre una domanda….e a me non risulta che ce ne siano e poi se una società solida è interessata all’ acquisto non ne fa un problemi di soldi…A Salerno si pretende tanto e poi ne fatti nelle partite decisive non si arriva a 8000 spettatori…