È il quadro che emerge dal 16esimo Rapporto Censis sulla comunicazione, promosso da Agi, Intesa Sanpaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e Wind Tre; presentato a Roma presso la Sala Zuccari del Senato da Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, e discusso da Massimo Angelini, direttore Public Affairs, Internal & External Communication di Wind Tre, Salvatore Ippolito, amministratore delegato di Agi, Vincenzo Morgante, direttore di rete e delle testate giornalistiche di Tv2000, Roberto Nepote, direttore Marketing della Rai, Gina Nieri, consigliere di Amministrazione di Mediaset, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
Resta crisi carta stampata ma stop emorragia lettori
Media a stampa ancora nella crisi, ma sembra essersi fermata l’emorragia di lettori. Quelli dei quotidiani, che nel 2007 erano il 67,0% degli italiani, si sono ridotti al 37,3% nel 2019, praticamente gli stessi di un anno prima (il 37,4% nel 2018).
Le edizioni online dei giornali si attestano a una quota di utenza pari al 26,4% (la stessa di un anno fa: +0,1%).
Nel campo dei periodici, flettono leggermente i settimanali (il 30,1% di lettori, -0,7% in un anno) e tengono i mensili (il 27,4% di lettori: +0,9%). Gli aggregatori di notizie online e i portali web d’informazione sono consultati dal 51,6% degli italiani, con una crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente.
In discesa libera i lettori di libri
Il Censis dice inoltre che anche i lettori di libri in Italia continuano a diminuire anno dopo anno: se nel 2007 il 59,4% degli italiani aveva letto almeno un volume nel corso dell’anno, nel 2019 il dato è sceso al 41,9%, ma anche qui sembra essersi fermata la caduta, dal momento che il dato risulta stabile rispetto all’anno precedente (-0,1%). Nè gli e-book (letti solo dall’8,5% degli italiani, con una variazione nulla in un anno) hanno compensato la riduzione dei lettori.
Calo spettatori tv tradizionale, crescono su web e mobile
Nel 2019 la fruizione della televisione è stabile, ma si registra una flessione dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre segna -2,5% in un anno); mentre resta salda l’utenza della tv satellitare (-0,1%) e crescono significativamente la tv via Internet (web tv e smart tv salgono al 34,5% di utenza: +4,4% in un anno) e la mobile tv (che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 all’attuale 28,2%, con un aumento del 2,3% solo nell’ultimo anno). Il rapporto Censis segnala che si combinano sempre di più programmazione lineare e palinsesti personali.
Anche la radio continua a rivelarsi all’avanguardia dentro i processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,4% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 5,3 punti percentuali di utenza, l’autoradio è stabile (+0,3% rispetto all’anno precedente) e l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via Internet con il pc (lo fa il 17,3% degli italiani, +0,3%) e soprattutto attraverso lo smartphone (con una utenza arrivata al 21,3%, pari a +0,6% rispetto a un anno prima) è sempre piu’ rilevante.
Più Internet e smartphone, crescono social, YouTube il più popolare
Si registra ancora un aumento dell’utenza di Internet: dal 78,4% al 79,3% della popolazione, con una differenza positiva di quasi un punto percentuale in un anno. Inoltre: gli italiani che utilizzano gli smartphone salgono dal 73,8% al 75,7% (con una crescita dell’1,9%, quando ancora nel 2009 li usava solo il 15% della popolazione).
Quanto ai social network, i più popolari sono YouTube, utilizzato dal 56,7% degli italiani (ma il dato sale al 76,1% tra i 14-29enni), Facebook dal 55,2% (dal 60,3% dei giovani), Instagram dal 35,9% (dal 65,6% degli under 30). WhatsApp è utilizzato dal 71% degli italiani: il 3,5% in più in un anno (si arriva all’88,9% dei 30-44enni, ma si scende al 30,3% tra gli over 65)
Tv e carta stampata principali fonti notizie per over 65
Televisione e carta stampata costituiscono le fonti principali per chi ha 65 anni e oltre. Una vera piattaforma di accesso digitale si presenta invece tra i più giovani. La piramide dei media dei più anziani vede al vertice la televisione (96,5%), con i quotidiani (54,6%) e i periodici (52,2%) collocati ancora sopra Internet (42,0%) e smartphone (38,2%). Tra chi ha 14-29 anni risultano appaiati Internet (90,3%), tv (89,9%), telefono cellulare (89,8%) e social media (86,9%): in questo caso siamo compiutamente nel regno della transmedialità.
Quanto alle differenze territoriali, la più ricca piattaforma mediatica è quella su cui si collocano gli abitanti delle grandi città (con più di 500.000 residenti), in cui praticamente tutti i dati si posizionano al di sopra della media nazionale dei consumi mediatici, con l’eccezione dei quotidiani, letti solo dal 20,4% della popolazione.
Nelle aree metropolitane hanno preso più piede sia la mobile tv (31,6%) che la tv on demand (31,3%). Al contrario, nei centri urbani minori (fino a 10.000 abitanti) i consumi mediatici sono per la maggior parte al di sotto della media nazionale, con la sola eccezione dei quotidiani: il 40,5% di lettori, cioè il doppio rispetto alle grandi città.
Fonte AGI