“Vorrei soffermarmi sulla tua scelta di arrivare in pianura padana- si legge nella missiva -, nella fattispecie a Codogno. La questione mi tange, sono nata e ho vissuto lì per molti anni, i miei cari ancora abitano lì quindi lasciami il piacere di presentarti Codogno ed i suoi abitanti. Per prima cosa sappi che tutti, ma proprio tutti, abbiamo una meravigliosa R di cui andiamo molto orgogliosi.
E non credere a chi ti dice che è la R alla francese o la R di Parma. È la R di Codogno e su questo non si discute! Scommetto che tu, che la R non la sai dire perché sei cinese, farai un po’ ridere chiamandoti Colonavilus e ti presenterai in maniera pomposa come Covid 19”.
Quindi il messaggio di sfida: “Tu lo sai che la gente di quei posti è temprata dalla nascita? Guarda che noi abbiamo la nebbia, il ghiaccio, il Po che fabbrica zanzare, allevamenti a non finire e spesso quello che chiamiamo ‘profumo di campi’ è l’odore del letame usato per concimare! C’è persino una poesia – ricorda l’anonima autrice – dedicata ai nostri mucchi di letame! Abbiamo la fiera del bestiame a novembre e la frequentiamo fin dalla prima infanzia”.
“Andiamo a vedere vacche e suini e ci mangiamo pane e porchetta e il frittellone caldo con un olio talmente esausto che ti lascia odore di fritto fino a Natale! E tutto ciò lo facciamo al freddo”, sottolinea nella lettera. “E tu te ne arrivi a febbraio con la temperatura mite a spaventare sta gente? Suvvia”!
“Un’altra peculiarità di Codogno è che da sempre la gente si lamenta che a Codogno – conclude la lettera – non si organizza niente e se si organizza non c’è risposta. Tu arrivi lì a scatenare l’epidemia? Sei un po’ ridicolo! Ti comunico che, se decidi di prolungare il tuo soggiorno, a maggio si organizza sempre la ciclolonga delle Rose, ti abbiamo fregato ancora con la R. Dammi retta, procurati degli squisiti biscotti Codogno e della buona cotognata e torna da dove sei venuto perché sta gente lombarda è piuttosto cazzuta”.
fonte AdnKronos
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