“ I bambini avvertono la perdita di un mondo sicuro e cominciano a spaventarsi, iniziano a preoccuparsi ed avvertire il senso di morte imminente per se e la propria famiglia. Si addormentano con l’incubo di morire e si svegliano senza voglia di giocare. I bambini rispondono alla paura prima con pianto, tachicardie apparentemente inspiegate, cefalea, disturbi alimentari, irritabilità, irrequietezza immotivata, urla e poi mostrano confusione e condotte di ritiro sociale”.
Iannuzzi spiega come comportarsi con i propri figli, e come rispondere alle loro domande sul coronavirus e aggiunge:
”Alle domande dei bambini bisogna rispondere con sincerità ma smorzando i toni terrifici, trasferire messaggi tranquillizzanti e rassegnanti in termini di futuro. E bisogna soprattutto ridurre la trasmissione di messaggi catastrofici e ansiogeni a vantaggio di attività di giochi. Occorre restituire all’immaginario dei più piccoli un mondo a colori fatto di cose belle e positive”.
Importante per i bambini anche il ritorno a scuola
“La chiusura e disinfezione delle scuole sono provvedimenti igienico sanitari importanti. Alla ripresa delle lezioni i docenti hanno l’obbligo di spiegare cosa è successo, diffondere qualche buona prassi igienica e tranquillizzare i bambini“.
Iannuzzi spiega infine come intervenire nel caso in cui i bambini mostrassero segni di insofferenza.
“Se i sintomi rilevanti non cessano nel giro di qualche giorno è opportuno rivolgersi ad un ambulatorio di neuropsichiatria infantile, dove il problema può essere decodificato e sostenuto, evitando disturbi post traumatici da stress. Un intervento precoce e consente di evitare interferenze nefaste sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale“.