Siamo fermamente convinti che in Città non manchino memorie della sua storia millenaria. Chi frequenta il Centro Antico sa bene che tutta la vasta area compresa tra via de Renzi e il mare è disseminata di edifici antichissimi della ‘Capitale’ Longobarda e Normanna. E, non solo.
Purtroppo, molti sono sconosciuti ai più, perché trascurati negli insegnamenti scolastici, perché estranei ai percorsi turistici e commerciali, perché sedi di organismi Civili e Militari, insediatisi a seguito dell’editto Murattiano che, nel 1807, trasferì i Monasteri allo Stato, e, ultimo ma non per ultimo, perché ridotti a ruderi. Condizione prevalente del nostro patrimonio comune.
Dei mancati recuperi, abbiamo parlato nel commento del 30 Ottobre scorso, ricostruendone la storia e osservando che, nei fatti, il Centro Storico Alto era stato tradito tre volte.
Al 30 Ottobre, era così. Oggi non più. Vediamo perché.
Una prima volta, venne tradito quando i fondi del progetto P.I.U. Europa furono in parte dirottati alla costruenda Piazza sul Mare in conseguenza della delibera di Giunta n. 1273 del 27/11/09, Dall’importo complessivo di 48,4milioni di euro, vennero distratti 14,2milioni destinati al recupero dei cosiddetti ‘Edifici Mondo’ secondo un progetto vincitore di un concorso internazionale di idee (fonte: atti Comune).
Una seconda volta, venne tradito quando, in sede di realizzazione del progetto di Porta Ovest redatto dallo studio dell’arch. Pica Ciamarra in R.T.I., si decise di seguire un elaborato esecutivo totalmente differente eliminando, così, tutte le previsioni di recupero dell’area fino all’Olivieri con passaggi pedonali, scale mobili, percorsi meccanici e anche tre stazioni della metro (fonti: Cronache e molte altre).
Una terza volta, infine, venne tradito quando la Giunta Comunale, con delibera n. 749 del 09/09/11, decise di inserire Palazzo San Massimo nel novero degli immobili da vendere. Dapprima, per 9.2milioni di euro (perizia tecnica dr. D’Arienzo del 20/10/11), poi, per 4,2 milioni (fonte: atti Comune). Mille anni di storia a prezzo di scampoli.
Eppure, la struttura fu la ‘reggia degli ultimi Longobardi’, un tesoro culturale inestimabile che altrove avrebbe avuto ben diversa fortuna.
Pensavamo fosse finita li. E, invece, sembra non sia così.
Nelle scorse settimane sono state espresse, da più parti, forti indignazioni per lo stato del ‘Parco del Mercatello’, area che si ritenne opportunamente di destinare ai bisogni di vita dei cittadini: spazi verdi da godere, laghetto e passaggi d’acqua, ponticelli, fontane luminose, aree alberate a tema, spiazzi per attività culturali, percorsi colonnati, giostrine. Una ricchezza per la Città.
Chi lo ha visto di recente, dichiara di non riconoscerlo.
Leggiamo: “molte zone sono transennate e non fruibili, fontane abbandonate, panchine divelte, lastre spaccate, strutture in legno imbrattate, alberi con rami spezzati, sofferenti o morenti” (fonti: salernonotizie.it, ottopagine.it e altre).
Pur considerando il naturale degrado fisico, ci appare inspiegabile lo stato di devastazione descritto e puntualmente denunciato anche in dichiarazioni ufficiali. Da semplici cittadini, tenuti agli obblighi della contribuzione, avremmo il diritto di sapere cosa sia accaduto. E, magari, anche perché nessuna opera sia stata eseguita dopo dichiarazioni in tal senso del marzo 2018 e dell’aprile 2019 (fonte: zerottonove.it, telecolore).
Infatti, con delibera n. 9 del 14/01/20, la Giunta Comunale ha deciso di fronteggiare le opere utilizzando parte delle risorse di € 19.956.252,79 assegnate nell’ambito dei fondi europei PICS.
Più precisamente, sono state stralciate le somme destinate al recupero della Chiesa di Santa Maria de Alimundo (€ 753.414,79), della Casa del Combattente (€ 1.000.000), del Palazzo Genovese (€ 1.200.000) e della Palazzina Liberty ex MCM (€ 250.000) che, aggiunte a € 799.112 già destinati al Parco e ad altri piccoli importi, consentono di coprire la spesa (fonte: Arcan, salernotoday). Della delibera non possiamo fornire dettagli perché tuttora non presente sul sito dell’Ente.
La decisione stupisce. Perché ‘contrappone’ esigenze meritevoli di eguale tutela che giammai dovrebbero essere poste in così aperta ‘contrapposizione’. E perché, a scorrere l’elenco delle opere PICS, ci sarebbero altri interventi ‘più neutri’, tra cui quello di € 4.800.000 destinato alla ‘fruizione turistico-culturale’ del Palazzo di Città. Non sappiamo, sinceramente, se sia più utile fare turismo e cultura nella Sede Comunale rispetto al recupero di una parte importante della nostra storia a beneficio di tutta la Comunità. E ci aspettiamo qualche chiarimento.
Così, per noi, il Centro Storico è stato tradito per la QUARTA volta.
Secondo gli Evangelisti, in quella notte, dopo la terza volta, il gallo cantò. Dando inizio alla tragedia.
Noi abbiamo ancora tempo per tradire, finché non deciderà di cantare. Se mai ci sarà un gallo.
La tragedia, però, potrebbe concretizzarsi a prescindere, con la ‘rovina’ definitiva delle nostre memorie.
La storia è ricchezza comune, spirituale e materiale. E’ il riferimento identitario e la guida morale delle generazioni, E’ punto di incontro per anime e culture.
Chi ci ha preceduto, ha avuto cura di preservare un tesoro millenario che ci rende orgogliosi di loro.
Rispettare il vincolo generazionale consentirà ai nostri figli di essere orgogliosi di noi.
Questa Città ha bisogno di amore.
pagina fb: Associazione io Salerno