“Con alto senso di responsabilità e consapevoli delle carenti risorse economiche in cui versano non pochi Enti della nostra provincia, rivendica con immediatezza , qualora non già adottati, adeguati interventi, atti a tutelare i dipendenti dei Comuni, cui è dato assicurare la funzionalità dei servizi alla comunità amministrata”, ha detto Salvato nella nota inviata a sindaci, presidente della Provincia, segretari comunali, responsabili di Area, sindacalisti ed enti del territorio salernitano.
“In molte sedi, strutture e infrastrutture dove le attività lavorative sono organizzate per unità operative, uffici di front line, automezzi di servizio, luoghi d’interazione con possibili soggetti contagiati, tra cui locali pubblici soggetti a ispezioni, ospedali, controlli del territorio, attività di polizia giudiziaria connessa a sinistri stradali o di soccorso.
Ancora mancano dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, disinfettanti e direttive di massima che, nella misura pur obbligatoriamente dovuta, schermino dal contagio e dalle responsabilità anche penali i dipendenti tutti e, in particolare, coloro i quali come la polizia municipale, protezione civile, servizi sociali, servizi anagrafici, servizi cimiteriali, servizi notifiche e addetti al front office in genere che operano in prima linea.
Volendo considerare le misure di prevenzione minimali previste , come ad esempio la distanza minima ovviante al contagio è di un metro, come possono impiegarsi più dipendenti della polizia municipale, su un solo autoveicolo, così come per i servizi che richiedono impiego di più dipendenti in spazi e uffici ristretti?
Se vi è obbligo di indossare mascherine e guanti per le prestazioni e accesso nei luoghi ad alto rischio contagio, quale uffici assistenza, ospedali, pubblici esercizi ove il personale della polizia municipale ha obbligo di accedervi tutti i giorni per le su esposte mansioni, il messo notificatore per le notifiche domiciliari, come si può pensare di mandare detti dipendenti sforniti di dispositivi di protezione individuale, o ancora in difetto di ricambi sistematici/periodici dei medesimi?”
Per il segretario Salvato, dunque, occorre una riorganizzazione del lavoro e dell’impiego di tutti i dipendenti massimamente esposti al contagio. “Bisogna partire dall’organizzazione di preordinati servizi che implichino, oltre la dotazione dei dispositivi di protezione individuale e, nei limiti del possibile, l’impiego degli stessi dipendenti nei luoghi conosciuti per essere a rischio, oppure in pattuglia, onde evitare eventuali diffusione del contagio.
Serve l’attivazione dell’impiego “agile” del telelavoro, dalla creazione di App per verifiche e appuntamenti, volti a evitare afflussi incontrollabili di utenza, attestazione di presenza in servizio, evitando badge collettivi, installazione Skype per video confronti /conferenze di servizi, centri informativi – come accade per esempio in una centrale operativa polizia municipale o di protezione civile – che interagiscano con i Pronto soccorsi di tutti gli ospedali e cittadini.
Il tutto volto a evitare la maggiore esposizione al contagio; Ci si aspetta soprattutto da chi è deputato, per legge, alla tutela dei lavoratori, iniziative coordinate che stessero al passo con le esigenze del momento, ma ciò, nella stragrande maggioranza dei casi, non si è riscontrato, con grave carico di rischi e responsabilità su tutti i dipendenti”.
Per ciò, la Uil Fpl provinciale, chiede l’immediata, in quanto non più procrastinabile, fornitura per tutti i dipendenti delle mascherine, di igienizzanti e disinfettanti, oltre che di precise direttive che razionalizzino l’impiego dei dipendenti, l’interazione tra loro e con l’utenza. Infine, anche di attuare una adeguata corrispondente organizzazione del lavoro e tutte le forme d’impiego, contrattualmente previste e consentite, volte a evitare il possibile contagio dei dipendenti, ovvero l’espandersi della ormai qualificabile pandemia.
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