Un evento – come si legge sulle pagine on line d IlVescovado -che si verifica puntualmente il 27 di luglio, giorno della memoria liturgica del Santo medico, patrono della Città e che già altre volte, in casi eccezionali, si era manifestato in altri periodi dell’anno.
«Nei giorni addietro – ha detto don Angelo -, ma soprattutto oggi, guardando l’ampolla del Sangue, ve lo dico con gioia e con profonda commozione, ci sono i segni propri della liquefazione del Sangue che siamo soliti vedere nella festa di San Pantaleone nel mese di luglio».
IL SEGNO DEL MEDICO BUONO
«E’ un segno – ha proseguito -, un segno che San Pantaleone è felice di proteggere Ravello e il mondo da questa epidemia. San Pantaleone è il medico buono e sa bene quanta sofferenza arreca questo tipo di epidemia. “Medico buono”, come ebbe a scrivere nel canto che abbiamo appena elevato, Don Raffaele Mansi, che compose le parole dell’inno nuovo a San Pantaleone musicato dal compianto maestro Mario Schiavo»
FORSE ABBIAMO TRASCURATO TROPPO LA PREGHIERA
«Abbiamo il segno che San Pantaleone attraverso il suo sangue ci fa conoscere e Gesù. Straordinariamente, in questo mese di marzo, in questo momento di epidemia, il Signore ci vuole dare il segno attraverso San Pantaleone e una cosa è certa: che la preghiera è una potenza perché è il dialogo con Dio. Forse abbiamo trascurato troppo la preghiera, che solleva, che ti mette faccia a faccia con Gesù».
«Continuiamo a pregare, perché la preghiera ci rende vittoriosi sul male. Chi prega non è angosciato, chi prega è speranzoso» ha concluso Don Angelo.
Fonte: IlVescovado.it