E’ del tutto evidente che la scelta di tali percorsi non sia del tutto agevole in un ospedale costruito in altra epoca assistenziale, ma il ritardo delle stesse genera ulteriore pericolo di contagio a carico degli stessi pazienti e degli operatori, confusione organizzativa per l’essere spesso costretti a decisioni contingenti e soggettive in assenza di un quadro complessivo di riferimento.
Si realizza quotidianamente uno scollamento tra l’azione promossa dal commissario straordinario e la concreta applicazione operativa, ove si impantanano gli effettori, la cosiddetta unità di crisi, istituita dal commissario straordinario insieme ai capi dipartimento, nella traduzione delle direttive commissariali in percorsi assistenziali ed in procedure operative. Si annuncia a mezzo stampa che nelle more della trasformazione del plesso ospedaliero G. da Procida in ospedale Covid sono stati individuati e riorganizzati alcuni spazi del plesso Ruggi per assistere i pazienti positivi al COVID-19, senza alcuna indicazione ai lavoratori ed alle loro rappresentanze sui percorsi dedicati di questi pazienti relativi alla fase di triage, osservazione in attesa del riscontro del tampone, spostamento nelle aree di degenza indicate, sicurezza degli operatori e degli altri pazienti.
Non c’è alcuna indicazione sulle risorse umane e strumentali da utilizzare in queste aree, sulla modifica dell’organizzazione del lavoro, sul diverso utilizzo delle figure professionali. Tutto ciò in un momento epidemiologico delicato, dove gli operatori sanitari hanno bisogno più che mai di serenità, trasparenza nelle direttive, tutela nei riguardi del contagio proprio e dei propri familiari, possibilità di partecipazione ai momenti riorganizzativi dell’A.O.U.
Risulta allarmante la reiterata carenza di dispositivi per il personale sanitario della dirigenza e del comparto, soprattutto chi lavora a contatto diretto con pazienti affetti da COVID-19.
Questa segreteria sollecita il potenziamento della tendostruttura esterna al plesso Ruggi per la fese di triage e di osservazione dei casi sospetti, perché ritiene del tutto impossibile selezionare percorsi intraospedalieri dedicati con relative zone filtro.
Inoltre poichè per la gravida e per il bambino COVID-19 positivo è stata individuata una unica sede regionale di ricezione e degenza si sollecita la costituzione di un protocollo operativo del Ruggi che definisca area di triage e di osservazione del caso sospetto, strumenti, personale ed ambulanza per il trasferimento in sicurezza della gravida e del bambino.
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