“In questi giorni siamo subissati di richieste di persone che vogliono fare la Tac per sapere se hanno il Covid-19, ma dobbiamo fare chiarezza su queste che sono vere e proprie fake news – racconta il presidente Sirm Roberto Grassi -. Quello che questi esami vedono è una polmonite interstiziale, ma non sono in grado di distinguere tra quelle causate dal coronavirus o da altri agenti come la clamidia o il micoplasma, perché non c’è nessuna differenza. I metodi che pretendono di fare la diagnosi con l’intelligenza artificiale non hanno nessuna validazione, e nessuno studio serio è stato condotto su queste tecniche.
Per riconoscere una polmonite interstiziale è sufficiente uno studente, mentre, lo ripeto, distinguerne la causa non è possibile, è solo il tampone che può individuare un positivo. Con uno screening fatto con la Tac si rischierebbe di dare false sicurezze a una persona, che magari non ha la polmonite ma è in realtà infetta, come accade nella maggior parte dei casi”.
L’utilizzo delle Tac e delle radiografie per lo screening potrebbe addirittura aumentare i contagi, oltre ad essere impossibile da attuare nella pratica. “Tac e radiografie vanno usate su pazienti che sono già ospedalizzati, per dare informazioni in più al medico – sottolinea Grassi -. Ora l’unica cosa da fare è stare a casa, e solo se si ha un’insufficienza respiratoria andare in ospedale, altrimenti si rischia solo di contagiare altre persone inutilmente, o se si è negativi magari contrarre lì l’infezione”.