Da fine febbraio – per l’esattezza il 26 del mese scorso – i tamponi si fanno solamente sui soggetti sintomatici (questi i sintomi più comuni dell’infezione da Covid-19) e agli individui che hanno avuto contatti con persone poi risultate infette. Il test – come riporta il sito web ilgiornale.it -si effettua all’interno dei laboratori del Sistema sanitario nazionale presenti in tutto il Paese oppure a domicilio, dopo aver contattato il proprio medico di base, la guardia medica o il numero uno di pubblica utilità 1500 (o il 118).
Come funziona? Presto detto. Il tampone altro non è che una sorta di bastoncino – pensate a un cotton fioc, per darvi un’idea – che il medico inserisce nella faringe per prelevare un campione di saliva e muco. Una volta raccolte, il tampone viene inserito in un gel per la conservazione e dunque inviato al laboratorio per tutte le analisi di rito. Si può prelevare anche un campione delle secrezioni nasali.
I costi del tampone faringeo – interamente a carico del Ssn – sono contenuti e sono stimabili in un euro circa, così come è ristretto anche l’arco temporale entro il quale il test dà l’esito: il responso, infatti, arrivo dopo 4-6 ore. Il risultato ha un margine di errore ridotto al lumicino, in un range tra l’1 e il 4%, ma onde evitare errori, i protocolli raccomandano sempre di eseguire un secondo tampone a mo’ di prova del “nove”.